Ogm e cancro, nuovo studio riaccende il dibattito fra gli scienziati
Non si placa il dibattito sui danni per la salute associati agli Ogm: scienziati discutono sul rischio di cancro
La diatriba sulla possibilità che gli organismi geneticamente modificati (Ogm) possano essere dannosi per la salute non accenna a calmarsi, anzi, si infiamma sempre di più. Ultimo buon motivo per riaccenderla è stata la pubblicazione di uno studio dei ricercatori dell’Università di Caen (Francia) guidati da Gilles-Eric Séralini, già noto nell’ambiente per la sua posizione anti-Ogm, secondo cui il mais geneticamente modificato provocherebbe il cancro.
Dopo un iniziale grido di entusiasmo da parte dei detrattori degli Ogm, arriva ora la risposta della comunità scientifica, che, prima di accusare la Monsanto (la multinazionale produttrice del mais incriminato) ha messo in dubbio la validità degli esperimenti e delle analisi statistiche dei risultati ottenuti dai ricercatori francesi.
Séralini e colleghi hanno, infatti, testato l’effetto della somministrazione di mais transgenico, mais transgenico trattato con l’erbicida cui è resistente, acqua contenente l’erbicida o una dieta standard, concludendo che ratti alimentati per due anni con questo Ogm soffrono molto più degli altri di squilibri ormonali, tumori (soprattutto alla mammella) e problemi epatici e renali.
Sulla base di questi risultati il deputato europeo Jose Bové ha lanciato le sue accuse:
Quando le imprese hanno detto che non c’erano rischi per la salute, hanno mentito. Tutte le valutazioni fatte finora sugli Ogm devono essere riviste alla luce di questi nuovi studi, che mostrano quanto gli Ogm siano pericolosi per la salute umana.
E’ davvero il caso di mettere in discussione tutte le ricerche condotte fino ad oggi in base a questi esperimenti? Secondo la comunità scientifica, in realtà, lo studio presenta delle falle che lo renderebbero non valido. Tom Sanders, nutrizionista del King’s College di Londra, ha spiegato che già di per sé i ratti utilizzati negli esperimenti sono più portati a sviluppare tumori alla mammella, soprattutto se ricevono poso cibo o se vengono nutriti con mais contaminato da un particolare fungo che, guarda caso, provoca squilibri ormonali. Nessuno di questi aspetti è stato chiarito nello studio di Séralini.
Altro punto su cui si sofferma Sanders riguarda l’analisi dei dati. I ricercatori francesi hanno, infatti, utilizzato un metodo statistico diverso da quello utilizzato e riconosciuto come valido dalla comunità scientifica, definito “non convenzionale”.
Sanders non è l’unico a mettere in dubbio metodiche e analisi di Séralini e colleghi. Anthonny Trewavas, biologo dell’Università di Edimburgo (Regno Unito) ha sottolineato che
è difficile pensare alla possibilità che un erbicida possa avere gli stessi identici effetti tossici di un tipo di mais i cui geni sono stati modificati per distruggere quello stesso erbicida.
Anche dal punto di vista farmacologico va notato che il team francese ha riscontrato lo stesso effetto a tutte le dosi di erbicida e di mais ogm. Questo è inusuale: perché quasi tutti gli effetti tossici peggiorano con l’aumento delle dosi – aspetto, questo, considerato essenziale per dimostrare che un certo agente provoca un certo effetto.
Il risultato di tutta questa discussione sembra essere uno solo: ai dubbi ancora irrisolti sulla pericolosità degli Ogm si aggiungono anche quelli sulla validità di questa nuova ricerca.
Via | Sportello cancro
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