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Infezioni all’intestino, sconfiggeremo i batteri con l’alimentazione?

I batteri usano geni specifici per colonizzare l'intestino, ma le infezioni potrebbero essere prevenute modificando gli zuccheri nell'alimentazione

Infezioni all’intestino, sconfiggeremo i batteri con l’alimentazione?


Per colonizzare l’intestino, i batteri dannosi, come le varianti di Escherichia coli che possono contaminare le carni non cotte, il latte non pastorizzato e l’acqua non potabile, combattono a suon di geni con i batteri che, invece, sono “amici” della salute umana, ma per aiutare i microbi utili per l’intestino a vincere la battaglia potrebbero essere sufficienti alcune modifiche del regime alimentare. A svelare i meccanismi alla base di disturbi intestinali che possono anche essere fatali per soggetti a rischio, come alcuni bambini, sono stati i ricercatori dell’University of Michigan Health System in uni studio pubblicato su Science Express.

Le ricerche, condotte sui topi, hanno svelato che i batteri dannosi, una volta nell’intestino, attivano dei geni che consentono loro di attaccarsi alle pareti interne dell’organo. In questo modo i microbi possono nutrirsi e riprodursi, sopraffacendo i batteri “buoni”. Tuttavia, questa situazione può durare solo alcuni giorni o poche settimane, fino allo sviluppo di una reazione immunitaria talmente forte da scatenare la diarrea. A questo punto l’espressione dei geni necessari all’infezione si ferma e solo alcuni dei batteri dannosi riescono a sopravvivere.

Gabriel Nunez, coordinatore della ricerca, ha spiegato che

nel nostro intestino vivono più di 1.000 specie di batteri. Questi risultati dimostrano che questi batteri, detti anche commensali, competono con i patogeni in un modo prima sconosciuto e che i patogeni usano un set specifico di geni per battere temporaneamente i commensali prima di lasciare l’organismo. Capire questo meccanismo fornisce un potenziale bersaglio per la prevenzione e il trattamento.

Ora i ricercatori si stanno concentrando sulle potenzialità di alcuni zuccheri. Eliminandoli o aumentando le loro quantità nella dieta gli scienziati sperano di riuscire a indebolire i batteri patogeni al momento dell’attacco.

Via | Science Daily
Foto | Flickr

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