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iPhone e insonnia, ecco le App per dormire meglio

Per riconoscere i problemi di insonnia può essere utile anche l'iPhone. Ecco le App che aiutano a dormire meglio

iPhone e insonnia, ecco le App per dormire meglio


Si chiamano Zeo e Sleep Cycle e sono fra le App per iPhone più amate da chi ha problemi di insonnia. Sì, perché l’iPhone può essere utile anche mentre si dorme. E non solo come sveglia: lo smartphone di Apple può anche misurare quanto e come si dorme, dati importanti per riuscire a capire quali siano i problemi alla base delle notti in bianco.

Le cause dell’insonnia sono diverse e più o meno gravi: dallo stress alle cattive abitudini (come lavorare al computer fino a poco prima di andare a letto), passando per l’assunzione di farmaci o alimenti e bevande stimolanti (primo fra tutti il caffè), per arrivare a vere e proprie patologie, come i disturbi gastrici, l’asma o la depressione. Allo stesso modo, anche i disturbi del sonno non sono tutti uguali. Attualmente gli esperti ne hanno identificati più di 80.

Come per tutti gli altri problemi, anche nel caso dell’insonnia il primo passo verso la sua risoluzione è essere consapevoli di averlo. Ed è qui che entrano in gioco l’iPhone e le sue applicazioni.

Zoe, ad esempio, registra le onde cerebrali e i movimenti degli occhi, che verranno, poi analizzate dallo smartphone per produrre grafici in cui saranno riportate le informazioni relative alle diverse fasi del sonno e un punteggio indicativo della qualità della dormita. Il tutto grazie ad una sorta di cerchietto da indossare durante la notte.

Sleep Cycle, invece, serve a misurare i movimenti durante il sonno: basta mettere l’iPhone sotto al cuscino e il suo accelerometro (un congegno elettronico che riesce a rilevare il movimento) correlerà i movimenti registrati con le diverse fasi del sonno. In modo simile, l’applicazione UP registra i movimenti grazie a uno speciale bracciale che invia i dati all’iPhone.

Attenzione però: questi strumenti non possono sostituirsi al parere del medico, ma solo aiutare a rendersi conto di avere un problema.

Via | Theconversation
Foto | Flickr

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