Coronavirus: dall’epidemia alla pandemia di odio sui social
La paura per il Coronavirus sta facendo emergere dei comportamenti irrazionali e di odio che vanno arginati al più presto. Ecco cosa spiega l’esperto.
La paura per il coronavirus si sta traducendo in una vera e propria epidemia social, che sta dando vita a sua volta a quella che è stata definita una “pandemia di odio”.
A parlarne, nei giorni scorsi, è stato lo psichiatra Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Salute mentale dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano.
In un’intervista rilasciata ad AdnKronos Salute, l’esperto ha spiegato che la rete è purtroppo sempre più sorda alle ragioni della scienza.
Tutto ciò porta allo sviluppo di un’epidemia di paura e a una proliferazione di paranoie che, se non si porrà rimedio, potranno dar vita a un mondo privo di logica:
Un mondo immaginario dove la Terra è piatta e nessuno è mai arrivato sulla Luna. Oppure, come in questo caso, dove c’è il ‘diverso’ che porta malattie, o il ‘cattivo’ che si nasconde dentro un laboratorio e per casualità, distrazione o interesse lascia scappare un virus nemico dell’umanità.
L’esperto ricorda che la paura verso ciò che non si conosce e che non si vede è ancestrale, ed è proprio questa paura a spingere ormai da tempo immemore l’umanità ad affidarsi alla sfera della magia o del divino. Ma come evitare di cadere in queste trappole?
Dopo aver compreso che il fatto che il nostro cervello si metta in “allerta” di fronte a un’eventuale minaccia rappresenta un meccanismo del tutto normale, bisogna comprendere che entrare in allerta e farsi possedere dalla paura sono due cose ben diverse. Per evitare che allerta e paura possano mescolarsi e confondersi, bisogna quindi affidarsi alla ragione:
la fiducia nella scienza e la consapevolezza che nei secoli è lei ad averci dato gli strumenti per combattere nemici un tempo mortali.
via | AdnKronos
Foto da Pixabay