Psicologia, la salute mentale dei politici va monitorata
I politici sono sani di mente? Qualcuno se lo è mai chiesto?
Dite la verità: quante volte sentendo questo o quel politico parlare avete pensato fosse decisamente fuori di testa. O più spesso, da quello che dichiarava si capiva che era lontano anni luce dalla realtà e che agiva solo nel suo interesse. Beh, con l’insanità mentale dei nostri politici c’è poco da scherzare, dal momento che prendono decisioni vitali per il futuro del Paese.
È necessario che siano lucidi e razionali per operare ad esempio le scelte migliori per lo sviluppo economico del Paese piuttosto che per decidere la partecipazione dei nostri militari a missioni di guerra. Ne è convinto, e come dargli torto, il dottor Ashley Weinberg, senior lecturer di psicologia alla Salford University. I politici, propone Weinberg, dovrebbero essere sottoposti a controlli periodici della salute mentale, per valutare che siano in grado di prendere le decisioni migliori nell’interesse del Paese.
Ogni giorno i politici si trovano a prendere decisioni difficili che influenzano il futuro di migliaia di persone e gli equilibri internazionali, dalla politica estera agli affari interni, dai tagli al sistema sanitario nazionale alle nuove tasse. Il peso degli eventi e delle responsabilità può schiacciarli, se non hanno messo a punto strategie adeguate a sopportare lo stress del proprio ruolo.
Molte figure professionali devono sottoporsi ad una visita medica completa prima di iniziare a lavorare. Ci si accerta che siano sani fisicamente e di mente. Ma i politici no. Vengono eletti e via. Nel suo libro The Psychology of Politicians Weinberg affronta il tema del benessere psicologico dei politici sotto diversi aspetti: dallo stress pre e post elettorale all’ansia per le tensioni sociali, dai disturbi del sonno causati da scelte difficili alla stanchezza fisica ed emotiva. Tutti disturbi che secondo Weinberg compromettono la capacità di prendere decisioni. Raramente i politici che soffrono di depressione si ritirano. È successo con il primo ministro norvegese Kjell Magne Bondevik.
Weinberg non dice di escludere le persone che accusano troppo lo stress e l’ansia dalle cariche politiche. Non sarebbe giusto. Tuttavia, bisogna monitorare la salute mentale dei nostri governanti nel nostro e nel loro interesse, attivare misure di controllo e sostegno nei periodi di forte stress, ad esempio. Gli screening, spiega Weinberg, potrebbero anche portare alla luce comportamenti inadeguati per un leader politico, come l’abuso di potere, spinte megalomani e così via, tutti tratti incompatibili con il grande ruolo di responsabilità occupato.