Ustioni solari – L’enzima che ricostruisce il DNA con un elettrone
Uno studio americano spiega il funzionamento della fotoliasi, per riparare il DNA danneggiato dai raggi UV.
Un enzima e un elettrone per riparare il DNA danneggiato dalle ustioni solari, argomento molto attuale nonostante l’estate tiepida che il clima ci propone.
Uno studio pubblicato dai ricercatori del PNAS – Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America spiega esattamente il funzionamento di un enzima naturalmente prodotto dalle cellule delle piante e di alcuni animali (ma non dei mammiferi e dunque nemmeno degli esseri umani), la fotoliasi: se era già noto da tempo che l’enzima agiva direttamente sul DNA danneggiato dai raggi solari, dividendo in due parti l’area danneggiata e poi ripristinandone la forma originale, ora si è scoperta la dinamica del processo.
In sostanza, il nuovo studio coordinato da Dongping Zhong, ha “misurato” il funzionamento della fotoliasi, scoprendo che l’enzima rilascia un singolo elettrone che rompe i legami dell’elica del DNA uno alla volta, il primo in pochi trillionesimi di secondo, l’altro dopo altri 90 trillionesimi di secondo.
Zhong spiega che
L’enzima necessita di iniettare un elettrone nel DNA danneggiato. Ma come? Ci sono due strade. Una è il salto diretto dall’enzima lungo l’anello del DNA. L’altra è una strada più lunga.
Che è quella prediletta dall’elettrone, visto che grazie ad un’altra molecola ci impiega meno tempo. Può sembrare un tecnicismo, ma visto che gli organismi che hanno la fotoliasi nelle loro cellule – l’enzima assorbe l’energia semplicemente dalla luce visibile -, come gli insetti, i pesci, gli uccelli, i marsupiali e persino i batteri e i virus sono protetti dal cancro causato dai raggi ultravioletti, conoscere alla perfezione il funzionamento dell’enzima significa aprire una strada molto importante verso la sintesi di una fotoliasi sintetica che si possa spalmare sulla pelle. Che sarebbe il doposole perfetto.