Mal di stomaco: un disturbo del nostro tempo
Sono oltre 37 milioni gli italiani che almeno una volta alla settimana soffrono di piccoli disturbi gastrici dopo aver mangiato, perdendo, in tutto o in parte, la capacità di svolgere le proprie attività lavorative e sociali per circa 41 giorni all’anno. Il dato emerge da un’indagine di Astra Ricerche, condotta su un campione di persone […]
Sono oltre 37 milioni gli italiani che almeno una volta alla settimana soffrono di piccoli disturbi gastrici dopo aver mangiato, perdendo, in tutto o in parte, la capacità di svolgere le proprie attività lavorative e sociali per circa 41 giorni all’anno.
Il dato emerge da un’indagine di Astra Ricerche, condotta su un campione di persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Le categorie più colpite le donne, i giovani tra 18 e 34 anni e gli adulti tra 45 e 54, i laureati, gli imprenditori, i dirigenti, i professionisti e tutti coloro che hanno in famiglia bambini e ragazzini di età inferiore ai 15 anni.
Le cause di questo fenomeno, emerge ancora dalla ricerca, si possono ricondurre a fattori negativi che contraddistinguono la nostra epoca: il crescente stress esistenziale, il peggioramento degli stili alimentari, soprattutto per il tempo sempre minore dedicato ai pasti, il peggioramento dell’umore generale.
Il 50% degli intervistati dichiara di ricorrere al bisogno a prodotti che favoriscono la digestione: il 28% del campione, quasi 11 milioni di italiani, sceglie i prodotti digestivi granulari effervescenti acquistabili nei supermercati. Segue poi come rimedio più diffuso il bicarbonato di sodio, scelto dal 24% degli italiani.
Il 49%, invece, afferma di risolvere le sensazioni di malessere e disagio con alcune limitazioni alimentari: in primis il mangiare poco e leggero, quindi la rinuncia agli alcolici, la riduzione del consumo di vino, la limitazione di caffè e cioccolata. Seguono, in minoranza, altri rimedi quali i prodotti erboristici, le bevande gassate, la liquirizia, i digestivi alcolici a fine pasto e il movimento fisico.
Foto | Flickr