Twitter e i social network colpevoli di minare il nostro senso morale
Il nostro modo di relazionarci con il mondo sta cambiando, anzi è già cambiato. Lo avvertiamo tutti ma i neurologi lo hanno studiato dal punto di vista scientifico: le immagini di guerra in tv, la velocità forsennata dei mezzi digitali, i rapporti sociali mediati da Facebook, Twitter e simili social network, hanno modificato le proporzioni […]
Il nostro modo di relazionarci con il mondo sta cambiando, anzi è già cambiato. Lo avvertiamo tutti ma i neurologi lo hanno studiato dal punto di vista scientifico: le immagini di guerra in tv, la velocità forsennata dei mezzi digitali, i rapporti sociali mediati da Facebook, Twitter e simili social network, hanno modificato le proporzioni e le modalità percettive delle relazioni con il mondo esterno.
Un recente studio si è occupato di capire se e come la percezione possa mutare se a fare da tramite, e filtro, è un mezzo digitale. Twitter è stato formalmente accusato, come risultato dell’indagine, di interferire fino a determinare un cambiamento reale sulla nostra moralità.
Perché? Il flusso di informazioni a rapidissima velocità che siamo costretti a processare impone una sviluppo emozionale assai più rapido e meno completo nei giovani che crescono bypassando la fase di formazione morale che si verifica negli anni dell’adolescenza attraverso il processo di elaborazione dell’esperienza. Tanto più se l’esperienza è mediata e non diretta.
In fondo però viene fuori anche in questo caso ciò di cui da molto tempo si discute: l’informazione globalizzata che ci rimanda giornalmente immagini di morte e sofferenza attraverso la televisione e gli organi di informazione ha attenuato fino quasi a farla scomparire la capacità di provare compassione per la sofferenza altrui. In breve, l’assuefazione al dolore mediato e visto da lontano ci ha tolto la capacità di immedesimarci moralmente.
La moltiplicazione incondizionata di mezzi di informazione sulla Rete (anche personali, attraverso il cellulare), e la velocità che le è tipica, comporterebbero quindi secondo gli scienziati una progressiva perdita della capacità di sviluppare correttamente l’attenzione emozionale nei confronti di un evento immediatamente scalzato da quello successivo.
A quanto pare non è la mera indifferenza il peggio che ci possa capitare, ma addirittura una cronica e ineliminabile immaturità morale. Eppure le capacità di adattamento umane sono sempre sorprendenti e qualcuno potrebbe obiettare che certe posizioni somigliano tanto a quell’oscurantismo latente che attraverso i secoli ha sempre condannato le innovazione tecnologiche fintanto che non le si potessero contemplare in un nuovo orizzonte concettuale capace di comprenderle.
Foto | Flickr