Siamo drogati di computer
Chi ci lavora quotidianamente ne é drogato suo malgrado o per pura abitudine: una volta conosciuto lo sconfinato mondo del pc, tra le profferte voluttuose e suadenti della Rete e le meraviglie della tecnologia in senso stretto, è difficile resistergli o allontanarsene per periodi più o meno lunghi, anche quando si tenti di disintossicarsene.Quello che […]
Chi ci lavora quotidianamente ne é drogato suo malgrado o per pura abitudine: una volta conosciuto lo sconfinato mondo del pc, tra le profferte voluttuose e suadenti della Rete e le meraviglie della tecnologia in senso stretto, è difficile resistergli o allontanarsene per periodi più o meno lunghi, anche quando si tenti di disintossicarsene.
Quello che sorprende è che la dipendenza da pc ce la si procura anche volontariamente, cercando l’esposizione al mezzo negli stessi termini in cui, dicono gli esperti, lo si faceva con la tv nei suoi decenni d’oro, quando ricca di contenuti si offriva come finestra su un mondo che non si conosceva ancora al di là del proprio naso.
Le statistiche parlano chiaro: uno studio condotto dall’Eurodap ha dichiarato che per il 70% degli intervistati sotto i 55 anni usare il pc per più di due ore al giorno escluse le ore di lavoro è assolutamente normale o addirittura indispensabile. Solo il 15% degli intervistati che coincide con la fascia d’età compresa tra i 55 e i 75 anni, dichiara che si tratta di uno strumento utile ma non indispensabile per i rapporti sociali.
Il restante 15% si chiede invece quanto l’uso smodato di uno strumento come il pc possa incidere, e come, sulla qualità della vita oltre che su codici di comportamento che stanno inevitabilmente cambiando nella loro natura più intrinseca. Una volta ci si vedeva al bar e adesso ci si trova su FaceBook, su Messenger, su Skype.
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