Test di medicina 2020, i consigli dello psicoterapeuta
Lo psicoterapeuta dà utili consigli a tutti gli aspiranti medici iscritti al Test di medicina 2020.
Il 3 settembre si terrà il Test di Medicina 2020. Moltissimi aspiranti camici bianchi saranno alle prese con l’esame di ingresso per sperare di ottenere un posto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Più di 66mila studenti saranno alle prese con domande da cui dipende il loro futuro scolastico e anche lavorativo. In questi giorni gli aspiranti medici stanno studiando per prepararsi all’esame: ansia, stress, crisi di nervi potrebbero accompagnare le sessioni di studio.
A soffrire di più potrebbero essere gli studenti più bravi, chi ha studiato di più. Lo psicoterapeuta Giorgio Nardone del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, a cui Consulcesi ha chiesto aiuto per gli aspiranti medici italiani, dà utili consigli per chi vuole superare l’esame. Sottolineando che i test, per come sono stati pensati, vengono superati solo dagli studenti che sono preparati a non cadere nei tranelli e nelle insidie della risposta multipla. Massimo Tortorella, presidente Consulcesi, sottolinea:
Il problema principale è che i nostri test di Medicina non sono adatti a selezionare i più bravi o quelli più portati alla professione medica.
Cosa suggerisce lo psicoterapeuta per prepararsi bene all’esame?
- La full immersion negli ultimi giorni non serve a nulla. Serve solo ad alimentare ansia. Meglio studiare poche ore al giorno per un periodo più lungo, così i concetti si possono fissare meglio.
- Evitare di leggere e ripetere ad alta voce. L’esperto consiglia di leggere ogni capitolo come se fosse una rivista, così da farsi un’idea generale. Poi rileggere in modo analitico e sottolineare un paio di righe che possano riportare alla mente i concetti fondamentali.
- Fare esercizi è fondamentale.
- Così come è fondamentale riprendere le domande sbagliate.
- Il giorno del test vietato farsi prendere dalla fretta. E accettare l’ansia, che è assolutamente normale.
Infine, lo psicoterapeuta consiglia di elaborare un eventuale fallimento.
Ok a qualche giorno di lacrime. Nel frattempo, però, bisogna ragionare in termini di ‘problem solving’: riflettere sul da farsi senza perdere tempo.
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Via | Ansa