Coronavirus e patente di immunità: i pericoli spiegati dall’immunologo Mantovani
Coronavirus: ecco cosa ne pensa l’immunologo Alberto Mantovani in merito alla cosiddetta “patente di immunità”.
Il famoso immunologo Alberto Mantovani ha recentemente detto la sua in merito alla cosiddetta “patente di immunità”, che a sua detta rappresenta un concetto fuorviante e persino pericoloso.
In un’intervista rilasciata a Genio & Impresa, il magazine di Assolombarda, il direttore scientifico dell’Irccs Humanitas ha infatti spiegato che coloro che escono dall’ospedale dopo la malattia, e sono negativi al virus, potrebbero avere al limite una sorta di foglio rosa di immunità (non certamente una patente).
Questo perché gli anticorpi non rappresentano da soli un test diagnostico, poiché la risposta contro questa malattia è molto lenta, e la presenza di anticorpi non esclude quella del virus.
Con le tecnologie che abbiamo adesso gli anticorpi ci mettono fino a 20 giorni a comparire dopo l’esposizione e fino a 15 giorni dopo la comparsa dei sintomi. Al momento, dunque, non abbiamo dati certi e dire a qualcuno “hai gli anticorpi” può indurre a comportamenti irresponsabili.
L’esperto ci invita dunque a non abbassare la guardia finché “la partita” non sarà davvero finita, e ricorda che avere gli anticorpi non autorizza in alcun modo ad abbandonare mascherine e distanziamento sociale. Tutto ciò, in vista dell’arrivo di un vaccino, che rappresenta senz’altro la sfida più importante:
Ci sono centinaia di candidati vaccini nel mondo, ma in un contesto come questo ogni previsione è un azzardo. Una volta scoperto il vaccino bisognerà renderlo disponibile per centinaia di milioni di persone. In un report sul Covid-19 dell’Accademia dei Lincei al quale ho contribuito, si parla di 18 mesi, una tempistica verosimile.
E proprio in tema di vaccini contro il coronavirus, sembra che l’Italia sia in prima linea nel mondo, grazie alle aziende che si stanno impegnando ogni giorno sul campo.
Il patrimonio dell’industria italiana è straordinario. Le nostre aziende hanno messo a punto test rapidi e affidabili per il virus, stanno sviluppando test sierologici e sono in corsa per i vaccini. Stanno lavorando in un contesto in cui pubblico e privato marciano a braccetto. Avere una squadra di studiosi, un’industria farmaceutica, diagnostica e di vaccini in casa è un patrimonio incredibile ed è proprio da qui che arriva quell’innovazione che è un’arma contro il virus.
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