Occhio secco: rischi maggiori a causa dell’insegnamento on line?
L’insegnamento a distanza aumenta il rischio di soffrire di occhio secco. Ecco come proteggere la vista degli studenti e dei docenti con i consigli degli esperti.
Trascorrere svariate ore di fronte al computer può aumentare il rischio di soffrire di occhio secco, una condizione che – a causa dell’insegnamento on line dovuto all’isolamento che stiamo vivendo – interessa sempre più giovani e giovanissimi studenti e insegnanti in tutto il mondo.
A spiegarlo sono gli esperti della società scientifica statunitense Tfos (Tear Film & Ocular Surface Society), i quali vogliono spiegare a grandi e bambini quanto sia importante prendersi cura dei propri occhi.
Per farlo, vi basterà mettere in pratica la ben nota regola del 20-20-20. Di cosa si tratta esattamente? Semplicemente di un piccolo promemoria che vi ricorda di fissare, ogni 20 minuti di visione dello schermo, un punto posto a una distanza di 20 piedi (circa 6 metri) per 20 secondi. Semplicissimo, no? Inoltre, ogni 20 minuti bisognerebbe chiudere le palpebre e strizzare leggermente gli occhi per 2 secondi, ammiccando.
A spiegarci la ragione di questo espediente sono i membri del Centro superficie oculare e occhio secco dell’ospedale Sacco di Milano, che fanno sapere:
L’esposizione prolungata a schermi digitali determina una più rapida evaporazione del film lacrimale, quel sottile strato di liquido che riveste la superficie oculare. Il motivo risiede nello scarso o incompleto ‘ammiccamento’,’blink’ in inglese: gli occhi vengono strizzati meno di frequente e questo rallenta la diffusione del film lacrimale sulla superficie dell’occhio con conseguenze che vanno dall’affaticamento al bruciore, dall’irritazione al dolore. Se lo stimolo persiste a lungo questo provoca una infiammazione che può diventare cronica.