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Tumore: anche la rabbia fra gli ostacoli da superare

La rabbia rappresenta uno degli ostacoli da superare per i pazienti con diagnosi di tumore. Ecco cosa emerge da un nuovo studio.

Tumore: anche la rabbia fra gli ostacoli da superare

La rabbia rappresenta un ostacolo non indifferente per coloro che hanno ricevuto una diagnosi di tumore. A confermarlo è un nuovo studio condotto dal Day-Hospital (DH) Oncologico – Istituto Dermopatico dell’IDI di Roma, in collaborazione con la Fondazione per la Medicina Personalizzata, i cui autori hanno esaminato un campione di 300 pazienti oncologici con un’età media di 64 anni, ai quali è stato chiesto di rispondere a dei questionari.

Lo scopo dei questionari era quello di misurare i livelli di rabbia, ansia e depressione, e comprendere quale fosse l’influenza che queste sensazioni avevano non solo sulla qualità della vita dei pazienti, ma anche sull’aderenza alle cure e sulla salute generale. Dallo studio è emerso che una delle sensazioni più comuni nei pazienti oncologici era proprio la rabbia, che spesso non veniva però espressa in alcun modo.

Questa sensazione era associata in maniera evidente ad altri problemi, come ansia e depressione.

Paolo Marchetti, presidente della Fondazione per la Medicina Personalizzata, spiega che la rabbia può essere rivolta non solo verso gli altri, ma anche verso se stessi:

La rabbia si declina in molteplici forme: può essere rivolta verso sé stessi, verso la malattia, verso i medici curanti, verso il mondo intero. Spesso, infatti, di fronte a una diagnosi di tumore, la prima cosa che si pensa è ‘perché proprio a me?’ e, davanti all’imminenza della morte, scatta la necessità di incolpare qualcuno. Ecco che si prova rabbia verso il medico o verso la struttura che cura perché non ha saputo superare il limite della morte.

A provare rabbia non sono però solo i pazienti, ma anche i loro familiari, che potrebbero essere turbati dal fatto che il proprio caro ha seguito stili di vita che lo hanno esposto a un maggior rischio di cancro (come ad esempio fumare sigarette). Anche i medici possono infine provare rabbia ed essere turbati dal fatto che non hanno notato un determinato sintomo nel paziente.

Tumori e rabbia: le conseguenze da non ignorare

La rabbia può però avere delle conseguenze molto serie per la vita del paziente, che potrebbe accettare con riluttanza i trattamenti consigliati dai medici.

Per far fronte alla situazione è senza dubbio importante rivolgersi alla figura dello psiconcologo, che può aiutare il paziente a canalizzare questa sensazione in modo positivo, affinché diventi una risorsa per combattere la malattia, e non un altro ostacolo da superare.

A confermarlo è lo psichiatra Vittorino Andreoli, che spiega:

Una diagnosi di tumore inevitabilmente ci porta di fronte alla percezione della morte. Le reazioni possono essere diverse: c’è la negazione della malattia, la depressione intesa come ritiro dall’esistenza, l’angoscia e, infine, la rabbia. Quest’ultima è una reazione vitale, una rivolta: si vuole combattere il nemico. Per questo, non dobbiamo considerarla un sintomo negativo, ma fare in modo che questo accumulo di energia sia gestito in senso positivo, in modo da creare un’alleanza e una sintonia con il medico. E, in questo percorso, lo psiconcologo riveste un ruolo indispensabile.

via | Repubblica
Foto da Pixabay

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