Usare troppi antibiotici aumenta il rischio di Parkinson
L’uso di antibiotici potrebbe essere collegato a un maggior rischio di soffrire del morbo di Parkinson. Ecco cosa rivela un nuovo studio.
Una elevata esposizione agli antibiotici potrebbe essere collegata ad un maggior rischio di soffrire del morbo di Parkinson.
A suggerirlo è un nuovo studio condotto dai membri dell’Helsinki University Hospital, in Finlandia, i quali rivelano che le associazioni più forti sono state trovate per quanto riguarda gli antibiotici ad ampio spettro e quelli che agiscono contro batteri e funghi anaerobici.
Lo studio suggerisce che un uso eccessivo di alcuni antibiotici può effettivamente predisporre alla malattia di Parkinson anche 10-15 anni dopo, e questa associazione potrebbe essere spiegata dal fatto che – come è noto – gli antibiotici hanno degli effetti molto importanti sulla salute del microbioma intestinale.
Il legame tra l’esposizione agli antibiotici e il morbo di Parkinson si adatta alla visione attuale secondo cui in una proporzione significativa di pazienti la malattia di Parkinson può avere origine nell’intestino, e possibilmente è correlata a cambiamenti microbici, anni prima dell’inizio dei tipici sintomi motori del Parkinson come lentezza, muscolatura rigidità e tremore delle estremità
spiegano gli autori dello studio, i quali aggiungono che alcuni antibiotici comunemente usati (noti per influenzare fortemente il microbiota intestinale), potrebbero dunque predisporre allo sviluppo del morbo di Parkinson.
La scoperta potrebbe anche avere implicazioni per le prescrizioni di antibiotici in futuro. Oltre al problema della resistenza agli antibiotici, la prescrizione antimicrobica dovrebbe anche tenere conto dei loro effetti potenzialmente di lunga durata sul microbioma intestinale e sullo sviluppo di alcune malattie.
via | ScienceDaily
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