Malattia polmonare cronica: meno rischi per chi si mantiene in forma
Per ridurre il rischio di soffrire di malattia polmonare cronica (BPCO) bisogna mantenersi in forma. Ecco cosa rivela un nuovo studio.
Avere una buona forma fisica e cardiorespiratoria in mezza età è associato a una riduzione del rischio a lungo termine di soffrire di malattia polmonare cronica (BPCO). Questo è ciò che emerge da un nuovo studio pubblicato sulle rivista Thorax, i cui autori spiegano che l’attività fisica dovrebbe essere incoraggiata per ritardare lo sviluppo, la progressione e la morte a causa della BPCO, una condizione che rappresenta la quarta causa di decesso più frequente in tutto il mondo.
BPCO, abbreviazione di broncopneumopatia cronica ostruttiva, è un termine che viene usato per indicare condizioni che restringono le vie respiratorie, come la bronchite e l’enfisema. Il fumo rappresenta il principale fattore di rischio per la BPCO. Gli studi hanno però suggerito che un elevato livello di attività fisica è associato a un ridotto rischio di sviluppare questa condizione, mentre l’inattività fisica può accelerare la sua progressione.
Per il loro studio, i ricercatori hanno monitorato la salute respiratoria di 4.730 uomini di mezza età sani. I partecipanti sono stati monitorati fino a 46 anni dopo, ed hanno fornito regolarmente informazioni in merito al fumo, all’assunzione di alcol, ai livelli di attività fisica, al livello di istruzione, l’occupazione e la storia medica.
I risultati emersi dallo studio confermano quelli degli studi precedenti (ovvero che coloro che una buona capacità cardiorespiratoria è associata a un minor rischio di BPCO), e forniscono ulteriori informazioni in merito all’associazione tra idoneità cardiorespiratoria e rischio a lungo termine di sviluppare questa condizione, in un periodo di monitoraggio eccezionalmente lungo.
Detto ciò, sebbene la ragione del legame fra capacità cardiorespiratoria e sviluppo (e progressione) della BPCO non sia ancora chiara, i ricercatori ipotizzano che l’infiammazione, legata all’inattività fisica, possa avere un ruolo fondamentale.
via | ScienceDaily
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