Oms: essere transgender non è una malattia mentale
Essere transgender non è una malattia mentale. Da ora in poi, l’Oms la classifica tra i disturbi della salute sessuale.
Essere transgender è stato considerato per molto tempo una malattia mentale, ma l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha da poco stabilito che sarà classificato, da adesso in poi, fra i disturbi della salute sessuale. La disforia di genere (ovvero la percezione che il proprio sesso biologico non corrisponda alla propria identità), non sarà dunque più considerata una malattia mentale, come conferma Lale Say, esperto di salute riproduttiva dell’Oms.
Il nuovo cambiamento ad opera della World Health Organization (Oms) è stato apportato con l’aggiornamento dell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems, e stabilisce che la disforia di genere è “la marcata e persistente incongruenza tra l’identità vissuta da una persona e il sesso biologico assegnato”.
Prima di questo aggiornamento, il transessualismo era considerato come un disturbo dell’identità di genere, ed era inserito nella sezione dei disturbi mentali e comportamentali, una definizione che rischiava di creare un grande stigma nei confronti delle persone transgender.
Storicamente, la classificazione dell’identità transgender da parte dell’OMS come “patologia” aveva infatti contribuito all’enorme stigma, alla discriminazione, alle molestie, alla criminalizzazione e all’abuso sulla base dell’identità e dell’espressione di genere. L’Oms ha dunque affermato che il cambiamento dovrebbe migliorare l’accettazione sociale per le persone transgender, pur rendendo disponibili importanti risorse sanitarie.
Al fine di ridurre lo stigma garantendo al tempo stesso l’accesso agli interventi sanitari necessari, questo è stato inserito in un capitolo diverso.