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Quali organi si possono donare in vita?

Ci sono alcuni organi che si possono donare per i trapianti anche quando si è in vita: ecco quali.

Quali organi si possono donare in vita?

Quando si parla di trapianti d’organo, si possono avere due scenari. Nel primo l’espianto degli organi avviene da un paziente deceduto. Nel secondo, invece, il trapianto avviene da un donatore ancora in vita. Ovviamente non tutti gli organi possono essere donati da un donatore vivente: va da sé che, per esempio, non sarebbe possibile donare il cuore o una cornea. Tuttavia esistono alcuni organi che possono essere donati anche da un paziente vivente. E non tutti questi organi sono pari. Andiamo dunque a scoprire quali sono gli organi che possono essere trapiantati da pazienti viventi.

Organi trapiantati da pazienti in vita: quali sono?

Da vivente, si possono donare e quindi trapiantare il rene (ovviamente uno solo in quanto l’altro serve ancora al donatore) e una parte del fegato. In quest’ultimo caso l’intervento non viene definito trapianto, ma viene chiamato split. Questo perché il fegato è un organo capace di rigenerarsi. Tuttavia dal 2012 è possibile effettuare trapianti parziali da viventi anche di altri organi:

  • polmone (tecnicamente anche questo è un organo pari, ma a differenza del trapianto di reni, quello di polmone può avere più complicanze e conseguenze anche per il donatore, motivo per cui è più raro)
  • pancreas
  • intestino
  • La precisazione “trapianto parziale” è doverosa in quanto di questi organi ne deve restare abbastanza al donatore per poter vivere lui stesso.

    Anche il trapianto di cellule staminali per la cura della leucemia tecnicamente rientra nel capitolo delle donazioni da paziente vivente. Anzi: le cellule staminali ematopoietiche possono essere donate solamente intra vitam. Anche in questo caso deve esserci una perfetta compatibilità fra donatore e ricevente. Un’altra donazione possibile in Italia intra vitam è quella del sangue del cordone ombelicale.

    Solitamente i trapianti da vivente tendono ad avvenire fra persone consanguinee o fra parenti. Questo perché si ha una maggior compatibilità, con minor rischio di sviluppare reazioni da rigetto.

    La donazione da paziente vivente deve essere del tutto volontaria e gratuita. Questo è necessario specificarlo perché si tratta di un intervento chirurgico di una certa importanza anche per il donatore, non esente da rischi e che richiede un attento monitoraggio post donazione.

    Foto | iStock

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