Violenza sul lavoro: rischi maggiori per medici e infermieri
Il rischio di violenza sul lavoro è maggiore per coloro che svolgono delle professioni nell’ambito della sanità. Ecco coisa rivelano gli esperti.
In Italia, il rischio di subire aggressioni e violenze sul posto di lavoro è senza dubbio molto più elevato per coloro che lavorano nell’ambito della sanità. A renderlo noto è stato, di fronte alla Commissione Sanità del Senato, Francesco Rocco Pugliese, il presidente della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza (Simeu), il quale ha spiegato che gli operatori sanitari corrono in effetti un rischio ben 16 volte maggiore di subire violenza sul posto di lavoro rispetto alle altre categorie.
In particolar modo, a correre un maggior rischio sono gli operatori dei Dipartimenti di Emergenza (soprattutto gli infermieri), che sono spesso esposti al rischio di subire comportamenti violenti e aggressivi.
Il fenomeno è peraltro anche molto sottostimato, dal momento che normalmente vengono denunciate solo le aggressioni più gravi, mentre quelle “minori” (soprattutto le aggressioni verbali) non vengono segnalate, probabilmente perchè gli operatori le considerano quasi come se facessero parte del lavoro.
Ma come fare ad arginare un fenomeno tanto preoccupante? Secondo gli esperti, la prima cosa da fare è senza dubbio quella di risolvere il problema del sovraffollamento del pronto soccorso. Questo fattore provoca infatti delle attese interminabili, scarsa possibilità di comunicazione e minori tempi di assistenza.
Inoltre, l’esperto spiega che sarà anche necessario provvedere a formare gli operatori, insegnando delle tecniche di comunicazione adeguate per gestire i pazienti più difficili e potenzialmente aggressivi.
via | Ansa
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