Terapia per l’epatite C: la situazione in Italia
In Italia, la situazione è allarmante per quanto riguarda l’obiettivo di eradicazione dell’Epatite C entro il 2030. Ecco cosa spiegano gli esperti.
L’obiettivo dell’eradicazione dell’epatite C entro il 2030 è ancora molto lontano in Italia. A renderlo noto sono stati gli esperti che si sono riuniti in occasione del convegno “Epatite C: clinici, pazienti e istituzioni alleati per «l’ultimo miglio»” tenutosi a Roma nei giorni scorsi, dove si è constatato che il nostro Paese è ancora ben lontano dal riuscire a raggiungere l’obiettivo di eradicazione della malattia.
Sono stati fatti molti investimenti sui farmaci, ma nulla sull’emersione del sommerso né sul potenziamento dei centri affinché possano avere maggior capacità di cura, accogliere più pazienti e essere raggiunti anche da coloro che non sanno a chi rivolgersi
fa sapere Massimo Galli, Presidente della Società italiana di Malattie Infettive (Simit). L’esperto teme che nel triennio 2017-2019 non sarà dunque possibile raggiungere l’obiettivo prestabilito di 240mila pazienti trattati.
Ad confermare tali preoccupazioni sono anche i membri di Epa C Onlus, che riuniscono le varie associazioni di pazienti, e che fanno sapere che a destare maggior preoccupazione sembra essere il disinteresse da parte dello Stato:
Siamo molto preoccupati per il futuro perché sembra che l’eliminazione dell’epatite C non sia più tra le priorità del Servizio sanitario nazionale. Non c’è ancora un piano nazionale che indichi come rintracciare tutti i pazienti con diagnosi nota e non nota, nonostante una persona su tre arrivi già gravemente ammalata alle strutture autorizzate per la cura; nella manovra finanziaria non sono previsti fondi specifici (oltre alle risorse per i farmaci) per conseguire l’obiettivo prefissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di eradicare l’epatite C entro il 2030.
via | Ansa
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