Benessereblog Salute Batterio killer Chimera a Brescia, isolato in ospedale

Batterio killer Chimera a Brescia, isolato in ospedale

Continua a destare preoccupazione il caso del batterio killer Chimera che ha colpito dei pazienti sottoposti a interventi di cardiochirurgia con macchine cuore-polmone. Ecco le ultime notizie.

Batterio killer Chimera a Brescia, isolato in ospedale

Desta preoccupazione il caso del batterio killer Chimera, che avrebbe causato la morte di due pazienti sottoposti a un intervento di cardiochirurgia con l’utilizzo delle macchine cuore-polmone. Proprio nelle scorse ore il batterio killer è stato isolato nel reparto di cardiochirurgia degli Spedali civili di Brescia. La scoperta sarebbe stata fatta “durante dei controlli periodici a tutela dei pazienti”. Secondo quanto riportato, non si sono registrati casi di infezioni.

I casi di decesso collegati al Batterio Killer sono stati invece segnalati la scorsa estate a Reggio Emilia, ed a questi vanno sommati altri casi sospetti e moltissime cartelle cliniche che devono ancora essere riesaminate. I fatti sono avvenuti nell’Emilia-Romagna, ma la vicenda riguarda in realtà tutta Italia. Il batterio potrebbe infatti essere stato contratto dai pazienti durante operazioni, attraverso macchine cuore-polmone che permettono di effettuare una circolazione extracorporea.

Massima è adesso l’attenzione da parte del Ministero della Salute, che attende di ricevere riscontro dalle Regioni di tutta Italia, per poter stabilire se vi siano altri casi di decessi collegati al batterio. Intanto, l’assessore regionale dell’Emilia-Romagna Sergio Venturi ha spiegato che quanto accaduto è un caso raro, provocato probabilmente da un lotto di macchinari prodotti dalla stessa azienda.

L’allerta, naturalmente, da parte nostra è massima: ci siamo già mossi, stiamo facendo tutto ciò che è necessario per garantire la sicurezza dei pazienti.

In tal senso, gli esperti dovranno adesso riesaminare le cartelle cliniche dei pazienti sottoposti a interventi a carico delle valvole cardiache dal 2010 al 2017. Questo perché il periodo di incubazione del batterio è molto ampio, dai 17 ai 72 mesi.

In attesa che venga fatta maggiore chiarezza, la Regione ha già disposto che vengano sostituite tutte le macchine potenzialmente a rischio dalle strutture di cardiochirurgia, o che venga eseguito un adeguamento per evitare altri possibili contagi. Inoltre, si sta lavorando per la realizzazione di una nota informativa destinata a tutti i pazienti a rischio, in modo che conoscano i sintomi da tenere sotto controllo (ovvero affaticamento, febbre e perdita di peso), in presenza dei quali sarà fondamentale recarsi dal medico curante.

via |Repubblica, TgCom
Foto da iStock

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