Spina bifida corretta in utero a Milano: operata donna alla 22esima settimana di gravidanza
Un grande intervento di chirurgia fetale ha permesso di correggere in utero la spina bifida alle 22esima settimana di gravidanza.
Grande successo per il team di ginecologi e neurochirurghi dell’Ospedale San Raffaele di Milano ha eseguito con successo la correzione completa neurochirurgica della spina bifida in utero su un feto di 22 settimane. La malformazione è stata diagnosticata alla 19esima settimana di gestazione, nel corso della tradizionale ecografia morfologica. L’intervento, durato poco più di due ore, è stato condotto con una tecnica a ridotta invasività volta per minimizzare la possibilità di traumi all’utero e al feto, che rimane costantemente protetto dal calore materno.
La paziente è una donna italiana ora alla 22esima settimana. Sta bene ed è stata già dimessa dall’ospedale. Sarà costantemente seguita e monitorata fino al momento del parto che auspicabilmente potrebbe avvenire intorno alla 38esima settimana.
Come si è svolta l’operazione? I medici sono entrati dal sacco amniotico attraverso un’unica e piccola incisione dell’utero e corretto la malformazione con strumenti di micro-neurochirurgia avanzatissimi, unendo le strutture anatomiche colpite dal difetto congenito. Massimo Candiani, primario di Ginecologia e Ostetricia, ha commentato:
“Questo eccezionale intervento è un traguardo importante nel campo della terapia fetale, perché permette migliori opportunità di cura rispetto ai risultati che oggi si possono ottenere con le terapie effettuate in epoca neonatale. Questa scelta terapeutica, non sperimentale e supportata da solide basi scientifiche, è un’opzione importante per le donne gravide a cui è stata diagnosticata tale malformazione fetale”.
Il Policlinico di Milano ha già effettuato 4 interventi chirurgici in utero per curare la spina bifida, utilizzando una tecnica diversa.
“Ciascun feto è stato operato con tecniche di chirurgia mininvasiva, introducendo nell’utero della madre strumenti sottilissimi (3 millimetri di spessore). I chirurghi hanno operato grazie ad un costante monitoraggio ecografico, raggiungendo la colonna vertebrale e riparando il danno”.
Qual è la differenza? Secondo quanto spiegato dall’ufficio stampa del Policlinico di Milano:
La tecnica del San Raffaele migliora la tecnica che utilizza l’esposizione del feto all’esterno (il taglio però è molto ridotto, circa 2 cm contro gli 8-10 soliti). La tecnica del Policlinico, invece, non fa nessun taglio e interviene in modo mininvasivo. Questo significa meno rischi per la madre e per il bambino, un decorso post-operatorio meno complicato e meno possibilità di infezioni.
Via | Repubblica