Psicologia: i pazienti congedati dai medici corrono un maggior rischio di suicidio?
I pazienti che sono stati dimessi dai servizi di salute mentale corrono un rischio molto alto di morire per cause non naturali.
I pazienti che hanno usufruito dei servizi di salute mentale, e che sono stati dimessi dall’assistenza psicologica, corrono un rischio maggiore di morire per cause non naturali rispetto al resto della popolazione. Questo è ciò che emerge da un nuovo studio condotto dai membri dell’Università di Manchester, i quali spiegano che, sebbene il pericolo per i pazienti sia ancora relativamente basso, i servizi per la comunità e i medici di base dovrebbero essere consapevoli del periodo critico che si registra le prime settimane dopo la dimissione, quando i pazienti sono più a rischio.
Lo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Psychiatry, ha preso in esame i dati relativi a un campione di 1,6 milioni di danesi, e quelli di un sottogruppo di 47.000 persone che sono state dimesse dal loro primo ricovero tra il 1982 e il 1996.
Gli esperti hanno esaminato il metodo di suicidio, i tipi di morte accidentale, i tipi di avvelenamento fatale e la morte per omicidio, ed hanno scoperto che il suicidio era 32 volte più probabile dopo la dimissione. Detto ciò, anche se esiste una forte associazione tra la dimissione ospedaliera e la morte per cause non naturali, non vi sono prove dell’esistenza di un nesso causale tra i due fattori.
I servizi di salute mentale
spiegano gli autori dello studio
dovrebbero sviluppare delle strategie che includano una sorveglianza avanzata post-dimissione, che debba tener conto del fatto che i pazienti dimessi corrono rischi maggiori di morire in modo non naturale in molti modi diversi.
via | MedicalXpress
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