Bambini: i farmaci per l’asma aumentano il rischio di fare incubi
Un farmaco impiegato per il trattamento dell’asma potrebbe causare incubi e altri problemi di salute. Ecco cosa emerge da un nuovo studio.
Un farmaco spesso impiegato per il trattamento dell’asma nei bambini potrebbe causare incubi e altri problemi di salute. A suggerirlo è un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Groningen (Paesi Bassi), i quali hanno analizzato il farmaco in questione, esaminando gli effetti indesiderati lamentati da coloro che lo hanno assunto. Il farmaco è il Singulair (montelukast), conosciuto negli USA come uno dei più comunemente usati per il trattamento dell’asma, e stando a quanto emerso dallo studio, proprio questo farmaco avrebbe causato un aumento degli incubi e di altri problemi di salute mentale nei bambini, ma non solo.
Alcuni dei pazienti che avevano assunto tale farmaco avrebbero riportato infatti anche dei casi di angioite granulomatosa allergica, una malattia molto rara. Coloro che assumevano questo farmaco sarebbero stati anche più suscettibili a soffrire di problemi di salute neurologici come depressione, avere comportamenti aggressivi e fare frequenti incubi appunto. Dallo studio sarebbe emerso che coloro che avevano fatto spesso incubi durante l’assunzione del farmaco, avrebbero smesso di farne dopo aver interrotto il trattamento.
In passato era già stato dimostrata l’esistenza di un’associazione fra sintomi dell’asma e depressione. Ciò significa che in alcuni casi l’effetto negativo non è un risultato del farmaco, bensì il risultato di un’asma non curata adeguatamente. Detto questo, l’aumento dei sintomi della depressione e degli incubi nei pazienti che assumono questo tipo di farmaco è un problema che, come spiegano i ricercatori, non può essere sottovalutato. Gli esperti raccomandano dunque ai medici di prestare attenzione ai potenziali rischi collegati alla somministrazione di questo tipo di farmaco, e di rendere noti ai loro pazienti i possibili effetti collaterali, prima di prescrivere il farmaco.
via | WebMd