Scompenso cardiaco: le linee guida per la diagnosi e il trattamento
Quali sono le linee guida per la diagnosi e il trattamento dello scompenso cardiaco?
Lo scompenso cardiaco è un disturbo a carico del cuore che si può presentare sia in pazienti che soffrono già di disturbi cardiovascolari, sia in pazienti senza alcuna cardiopatia nota. Lo scompenso cardiaco acuto può anche essere un aggravamento improvviso di uno scompenso cronico. Diagnosticare lo scompenso cardiaco acuto può non essere facile, dal momento che non esistono sintomi specifici: quali sono, allora, le linee guida per la diagnosi e il trattamento.
Vi riportiamo di seguito le linee guida pubblicate dal National Institute for Health and Care Excellence, per quello che riguarda diagnosi e trattament.
Diagnosi dello scompenso cardiaco
Nei pazienti con sospetto scompenso cardiaco, si deve eseguire il dosaggio dei peptidi natriuretici (BNP o NT-proBNP): in caso di valori alti, si esegue di solito un’ecocardiografia transtoracica per valutare eventuali anomalie cardiache.
Trattamento
Ovviamente il trattamento dipende dai sintomi, dall’età, dalla gravità, dalle condizioni di salute ed è stabilito da ogni medico. Di solito vengono usati:
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Diuretici, per il controllo dei sintomi provocati dalla ritenzione dei liquidi.
ACE-inibitori, indicati per ogni stadio dello scomenso.
Beta-bloccanti, per trattare lo scompenso cardiaco congestizio cronico (di solito si usano carvedilolo, bisoprololo e metoprololo).
Bloccanti del recettore dell’angiotensina II (ARB), usati quando vengono sviluppati effetti collaterali degli ACE-inibitori.
Digossina, prescritta se è presente anche fibrillazione atriale per controllare la frequenza cardiaca e curare le forme lievi di scompenso cardiaco.
Warfarin, anticoagulante usato nei pazienti con fibrillazione atriale e con diagnosi di embolizzazione polmonare o coagulo di sangue nel cuore.
Nitrati, possono essere usati in associazione alla terapia vasodilatatoria.