Fattore VII alto o basso: cosa significa?
Il fattore VII della coagulazione del sangue è un fattore noto perché può causare un deficit molto grave, che cosa vuol dire però se risulta alto o basso?
I fattori della coagulazione sono diversi e di norma il loro nome è indicato con un numero romano (fattore VIII, IX ecc.) o con il loro nome proprio (fibrinogeno ecc.). Sono caratterizzati dal fatto di agire in sequenza in modo tale da far si che un fattore attivato attivi il precursore inattivo circolante nel plasma che a sua volta va ad attivare il fattore inattivo successivo in un meccanismo a cascata (per questo si parla cascata coagulativa).
Il fattore VII è abbastanza noto perché un’eventuale carenza può causare un disordine emorragico raro noto anche come malattia di Alexander. Il fattore VII viene attivato dalla tromboplastina tessutale e si trasforma in fattore VII attivato che a sua volta attiva il fattore X ed il fattore IX, permettendo al processo della coagulazione di continuare.
Quando gli esami dimostrano che sia basso, ovvero è presente un deficit, potremmo trovarci davanti a una sindrome genetica. In linea di massima persone con FVII sotto i minimi possono correre il rischio di avere delle forme severe di emofilia A o B quali emorragia intracerebrale ed emorragie gastrointestinali. Quando invece è alto si può correre il rischio di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare.