Benessereblog Salute Tumore al polmone in Italia, le donne colpite più degli uomini

Tumore al polmone in Italia, le donne colpite più degli uomini

Il rapporto Aiom-Airtum al Ministero della Salute è funesto per le donne italiane, sempre più vittime di neoplasie al polmone per via del tabagismo.

Tumore al polmone in Italia, le donne colpite più degli uomini

Numeri impossibili da smentire: in Italia gli uomini colpiti da tumore stanno fortunatamente diminuendo, con 194.400 diagnosi stimate nel 2015, ma non va bene allo stesso modo per le donne italiane, che rappresentano l’altra metà dei dati. A quasi mille persone al giorno vengono diagnosticate delle neoplasie, e quella che tende a non scendere è il tumore al polmone, specialmente per le donne: nel corso di 11 anni l’incidenza del cancro ai polmoni nelle donne italiane è cresciuta del 36%, mentre negli uomini è calata del 20%.

Le cause di questo aumento consistente, spiega il rapporto Aiom-Airtum presentato al Ministero della Salute, sta in una crescita del numero delle donne fumatrici in Italia. I danni del fumo sono ben noti e numerose campagne di prevenzione sono riuscite a far scendere il numero complessivo dei fumatori, eppure le italiane non rinunciano ancora alle sigarette. Il vizio del fumo tra le donne fa registrare dati allarmanti: il 23% delle italiane è tabagista, quindi più incline a sviluppare una neoplasia al polmone nel corso della vita. Nel 2012, spiegano i dati Istat, il tumore al polmone è stato la principale causa di decesso per le persone affette da cancro.

In ogni caso non si parla solo di numeri negativi in questo rapporto. I sistemi di prevenzione verso i tumori, soprattutto i più comuni come il cancro al seno, il cancro alla prostata e naturalmente sono stati abbastanza efficaci, come afferma il presidente dell’Aio, Carmine Pinto:

È evidente la riduzione sia della mortalità che dell’incidenza fra gli uomini nei tumori legati al fumo. Per altre neoplasie, come quelle del seno e della prostata, la riduzione della mortalità dell’1,4% e del 2,8% rispettivamente all’anno è dovuta soprattutto all’efficacia delle nuove terapie e alla diagnosi precoce.

Via | Repubblica

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