Benessereblog Salute Cervello, gli integratori non riducono il rischio di demenza

Cervello, gli integratori non riducono il rischio di demenza

Gli integratori di vitamina B12 e di acido folico possono ridurre il rischio di demenza? A quanto pare no. Ecco cosa è emerso da una nuova ricerca.

Cervello, gli integratori non riducono il rischio di demenza

In passato, alcuni studi osservazionali avevano fatto emergere l’esistenza di un legame tra bassi livelli di vitamina B12, l’assunzione di acido folico e le prestazioni cognitive, ma una nuova ricerca chiarisce meglio la questione, suggerendo che assumere degli integratori di vitamina b12 e di acido folico non può effettivamente ridurre il rischio di problemi di memoria e di demenza. Lo studio in questione è quello pubblicato sulla rivista Neurology e condotto dai membri dell’Università di Wageningen, uno dei più grandi finora condotti per valutare l’efficacia degli integratori in relazione al rischio di sviluppare demenza.

Partendo dal presupposto che livelli più elevati di una sostanza chimica chiamata omocisteina possono aumentare il rischio di ictus e demenza, e che l’assunzione di vitamina B12 e di acido folico può abbassare i livelli di omocisteina, gli scienziati hanno cercato di comprendere se – di conseguenza – a scendere fosse anche il rischio di demenza.

“Dal momento che i livelli di omocisteina possono essere abbassati con supplementi di acido folico e vitamina B12, – spiega la dottoressa olandese Rosalie Dhonukshe-Rutten – la speranza è che l’assunzione di queste vitamine possa ridurre anche il rischio di perdita di memoria e della malattia di Alzheimer”.

Per analizzare ulteriormente il legame tra memoria e assunzione di integratori, i ricercatori hanno dunque seguito un campione di 2.919 persone con un’età media di 74 anni. Ogni partecipante ha assunto ogni giorno per un periodo di 2 anni 400 mcg di acido folico e 500 mg di vitamina B12, oppure un placebo.

All’inizio e alla fine dello studio, i volontari avevano preso parte a dei test di memoria e di capacità di pensiero, e i ricercatori hanno costatato che tutti i partecipanti presentavano alti livelli ematici di omocisteina.

Al termine dello studio, i livelli di omocisteina sono risultati più bassi nel gruppo di volontari che aveva assunto le vitamine, ma purtroppo non era emersa alcuna differenza tra i due gruppi per quanto concerne i punteggi dei test di pensiero e di memoria.

“Questo ampio studio – commenta Eric Karran, direttore della ricerca presso l’Alzheimer Research UK – si aggiunge alle prove precedenti che suggeriscono che, mentre gli integratori di vitamina B possono abbassare i livelli di omocisteina, ciò non si traduce in un miglioramento della memoria e del pensiero nella popolazione anziana”.

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via | Medicalnewstoday.com, BBC

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