![Sindrome da stanchezza cronica](https://www.benessereblog.it/wp-content/uploads/2014/10/sindrome-da-stanchezza-cronica-620x608-1.jpg)
Human brain illustrated with millions of small nerves
Uno studio sul cervello dimostra che la sindrome da stanchezza cronica (CFS, Chronic Fatigue Syndrome), ovvero una condizione caratterizzata da estrema stanchezza che puĆ² peggiorare con l’attivitĆ fisica o mentale, ma che non migliora con il riposo, esiste davvero. Lo studio in questione ha unito diverse tecniche di imaging cerebrale, grazie alle quali ĆØ stato possibile identificare delle anomalie strutturali nel cervello delle persone affette da Sindrome da stanchezza cronica (CFS). I risultati suggeriscono dunque che tali tecniche potranno avere un ruolo determinante nella diagnosi di una condizione ancora oggi quasi sconosciuta, che perĆ² affligge davvero moltissime persone nel mondo.
Lo studio, pubblicato online sulla rivista Radiology, e condotto dai membri della Stanford University School of Medicine, parte dal presupposto che, seppur molto diffusa, la sindrome da stanchezza cronica ĆØ una condizione ancora poco conosciuta, come poco chiare sono le cause che la determinano.
La diagnosi ĆØ complessa, e di solito comporta un lungo percorso per escludere molte altre condizioni.
“Si tratta di una malattia molto comune e debilitante – ha spiegato l’autore principale studio Michael M. Zeineh ā Eā molto frustrante per i pazienti, perchĆ© si sentono stanchi, hanno difficoltĆ a pensare, e la scienza deve ancora stabilire cosa cāĆØ che non va”.
Per rispondere alla domanda, gli esperti hanno utilizzato un trio di metodologie di imaging sofisticate, grazie alle quali sono giunti alla conclusione che il cervello dei pazienti affetti da CFS presenta delle differenze rispetto a quello dei soggetti sani.
L’analisi ha prodotto tre risultati degni di nota. In primo luogo, una risonanza magnetica ha dimostrato che il contenuto complessivo della sostanza bianca del cervello dei pazienti con CFS, rispetto a quella dei soggetti sani, era ridotta. Una seconda scoperta ĆØ stata del tutto inaspettata. Utilizzando una tecnica avanzata di imaging, gli esperti hanno identificato unāanomalia in una particolare parte di un tratto del nervo nell’emisfero destro del cervello dei pazienti con CFS. Questo tratto, che collega lobo frontale e lobo temporale, viene chiamato fascicolo arcuato, e nei pazienti CFS ĆØ apparso anomalo.
I ricercatori hanno inoltre scoperto che vi era una correlazione abbastanza forte tra il grado di anomalia nel fascicolo arcuato del paziente affetto da CFS e la gravitĆ delle sue condizioni. Infine, gli esperti hanno anche evidenziato un ispessimento della materia grigia nel lobo frontale e nel lobo temporale dei pazienti affetti dalla sindrome.
Nonostante lo studio abbia coinvolto per il momento solo 15 pazienti con CFS, i risultati dimostrano che ĆØ possibile diagnosticare la condizione grazie a procedure avanzate.
Purtroppo non ĆØ raro che i pazienti con CFS si ritrovino a dover affrontare diversi problemi a causa della loro condizione. Spesso vengono sospettati persino di essere ipocondriaci, prima di riuscire ad ottenere una vera e propria diagnosi.
“La CFS ā spiega uno degli autori della ricerca – ĆØ una delle piĆ¹ grandi sfide scientifiche e mediche del nostro tempo. I suoi sintomi spesso includono non solo la fatica opprimente, ma anche dolori articolari e muscolari, mal di testa, problemi alimentari, mal di gola, ingrossamento dei linfonodi, problemi gastrointestinali, anomalie della pressione sanguigna e del battito cardiaco, ipersensibilitĆ alla luce, al rumore o altre sensazioni. La combinazione di questi sintomi puĆ² devastare la vita di un paziente per 10, 20 o anche 30 anni”.
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via | Eurekalert.org