Fecondazione assistita: come funziona, i costi e a chi rivolgersi
La fecondazione assistita prevede alcune tecniche mediche che attraverso la manipolazione di ovuli e gameti diano luogo ad una gravidanza nelle coppie sterili o con problemi di concepimento. Ecco come funziona
La fecondazione assistita – o meglio sarebbe dire FIVET (acronimo di Fertilizzazione in Vitro con Hembryo Tranfer) – fa parte delle diverse tecniche della procreazione medicalmente assistita (PMA) che il Servizio Sanitario italiano mette a disposizione delle coppie infertili in diversi Centri sparsi per il territorio.
Queste tecniche prevedono la manipolazione di ovociti (le cellule uovo femminili), e di gameti (ricavati dallo sperma maschile), per realizzare una fecondazione nel corpo ella donna, o come nel caso della FIVET, extracorporea, quindi in laboratorio.
Le PMA si suddivide in due tipologie di trattamenti terapeutici:
- Tecniche di I livello
- Tecniche di II livello
Come facilmente intuibile, si tratta di due tipi di trattamenti diversi per invasività e complessità. Nelle tecniche di primo livello si procede, dopo opportuna stimolazione ovarica della donna, ad una inseminazione (con sperma del coniuge) direttamente nell’utero femminile, in modo che il concepimento avvenga poi naturalmente, seppur stimolato con farmaci e ormoni.
Le tecniche di secondo livello sono, invece, la FIVET e la ICSI (iniezione intracitoplasmatica di un singolo spermatozoo). Queste due tecniche sono abbastanza complesse, vediamo come si volgono.
Innanzi tutto si procede alla stimolazione ovarica dell’aspirante mamma affinché produce uno o più ovuli. Successivamente, questi ovociti vengono rimossi chirurgicamente dal corpo femminile, e al contempo si procede a prelevare i gameti dall’uomo (che secondo la Legge 40, in origine dovevano appartenere esclusivamente al coniuge, ma che ora, con l’apertura ala fecondazione eterologa, possono provenire anche da un donatore).
A questo punto si procede alla fecondazione in laboratorio, con l’inseminazione degli ovociti. Un volta che questa abbia avuto successo e si siano sviluppati gli embrioni, si procede al reimpianto di uno o due embrioni (per un massimo di tre) nell’utero della donna, che così inizia un gravidanza. La tecnica ICSI è invece usata nei casi di infertilità maschile, e prevede l’inserimento di un singolo spermatozoo nell’ovocita maturo.
Se gli embrioni, gli ovuli o i gameti non vengono utilzzati suibto, vengono consrvati, o meglio congelati, grazie alla tecnica della crioconservazione, per poi essere “scongelati” al momento della fecondazione.
Chi può accedere al protocollo della PMA? Le coppie con requisiti specifici certificati dal proprio medico.
Ovvero: sterilità o infertilità di uno o di entrambi i coniugi ( confermata dal:”mancato concepimento nella coppia dopo 12-24 mesi di rapporti mirati” secondo quanto stabilito dall’OMS), sia di natura organica che psicologica o comunque sconosciuta. Per l’idoneità alla Fivet, invece, bisogna anche aver fallito precedenti tentativi di PMA di primo livello.
Per quanto riguarda i costi, come anticipato ci riferiamo a quanto previsto dal nostro SSN, quindi, per le coppie che usufruiscono del protocollo nei Centri della propria regione di residenza, i costi saranno modulati in base alla propria fascia di reddito (come ogni ticket).
Diverso il caso se ci si sposti in altra regione, dove i cosi saranno più elevati (fino a 1000€). E’ considerato fattore determinante l’età della donna, per cui, a meno di modifiche della legge, si preferisce evitare di sottoporre alla fecondazione assistita spiranti madri over 43 anni, quando le percentuali di successo calano drasticamente.