
“A distanza di un anno dall’assunzione, il 60% degli infermieri manifesta la volontà di trasferirsi in altre unità operative per migliorare la propria condizione lavorativa, e il 30% di loro prevede di lasciare la professione nei prossimi mesi. Queste considerazioni sono state espresse da Giuseppino Conti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Ancona, durante l’incontro intitolato “Le necessità assistenziali per i bisogni di salute della popolazione”, svoltosi oggi, 15 marzo 2025, presso il Palazzo delle Marche, su iniziativa del Consiglio regionale e del presidente Dino Latini.
La necessità di un cambiamento radicale
Conti ha evidenziato l’urgenza di affrontare il tema della professione infermieristica non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo. Ha sottolineato che esistono problematiche significative legate alle dotazioni organiche, alla dequalificazione e al burnout, fattori che contribuiscono all’allontanamento dagli infermieri dalla professione. Nonostante le elevate competenze, gli infermieri italiani sono tra i meno retribuiti in Europa e il nuovo contratto non sembra apportare miglioramenti.
Durante il convegno, è emerso che l’Italia si colloca al secondo posto nel mondo per longevità , dopo il Giappone. Questo scenario prefigura un aumento della domanda di assistenza per le persone anziane, che non possono essere gestite esclusivamente in ambito ospedaliero. Si è quindi evidenziata l’importanza dell’assistenza sul territorio e domiciliare, sottolineando la necessità di professionisti specializzati come gli infermieri di famiglia e di comunità .
La carenza di medici e l’importanza degli infermieri
In merito alla carenza di medici di medicina generale, in particolare nelle aree più svantaggiate e montane, i dati attuali indicano che nelle Marche ci sono 846 medici attivi per una popolazione di oltre 1 milione e 200 mila adulti, con il 32% di questi non operanti come massimalisti. Conti ha affermato che, in assenza di medici sufficienti, è fondamentale attivare gli infermieri di famiglia e comunità , i quali possiedono competenze elevate nel campo delle cure primarie e sono in grado di gestire i pazienti a domicilio.
In merito alla violenza nei confronti del personale sanitario, Conti ha sottolineato l’importanza di identificare rapidamente le situazioni di aggressività e di formare il personale per gestirle. Ha affermato che, sebbene la presenza di posti di polizia sia utile, non rappresenta la soluzione definitiva. È necessario insegnare a segnalare tali episodi, adottando una politica di tolleranza zero.
Il futuro della sanità in Italia
Aldo Savi, sottosegretario alla Presidenza della Regione Marche, ha richiamato l’attenzione sul fatto che nel 2050 il 34,9% della popolazione italiana avrà più di 65 anni. Ha avvertito che l’invecchiamento della popolazione è una questione cruciale da affrontare. Se non si effettuano cambiamenti fondamentali nel sistema sanitario, non sarà possibile sostenerlo.
Savi ha suggerito l’esigenza di aumentare il numero di posti letto e di ridurre la durata delle degenze. Ha inoltre evidenziato la necessità di intervenire sulla pratica del boarding, che prevede la permanenza di pazienti in attesa di ricovero, una problematica significativa per i pronto soccorso. È fondamentale fornire ai cittadini risposte rapide e vicine alle loro necessità . Il modello di sanità centrato sull’ospedale è ormai obsoleto; è essenziale che il territorio e il domicilio diventino i punti focali dell’assistenza.
In questo contesto, il ruolo dell’infermiere di famiglia risulta cruciale. Dino Latini, presidente del Consiglio regionale delle Marche, ha ribadito l’importanza di una sanità realmente orientata verso le esigenze delle persone.