Cos’è l’acido ascorbico
Cos'è l'acido ascorbico? Quali sono i benefici, le controindicazioni e gli effetti collaterali da conoscere.
Cos’è l’acido ascorbico? Con questo termine si indica la vitamina C, che appartiene al gruppo delle vitamine idrosolubili, che non possono essere accumulate nell’organismo, ma che vanno introdotte attraverso l’alimentazione quotidiana. Essendo una vitamina idrosolubile si può sciogliere in acqua e si perde con la cottura ad alte temperature.
L’acido ascorbico svolge una forte azione antiossidante, aiuta a mantenere in salute i vasi sanguigni, i denti, le ossa, migliora la sintesi di collagene ed è in grado di alzare le difese del sistema immunitario.
Usi dell’acido ascorbico
L’acido ascorbico viene usato per il trattamento di diversi disturbi e malattie:
- scorbuto
- raffreddore
- problemi alle gengive
- acne
- bronchite
- ulcere gastriche
- infezioni alla vescica
- dissenteria
- infezioni alla prostata
- Alzheimer
- depressione
- forme di demenza
Dove si trova la vitamina C
La vitamina C si trova negli alimenti freschi. In particolare in frutta e verdura fresca, da consumare a crudo o con una cottura veloce: arance, fragole, kiwi, limoni, mandarini, spinaci, pomodori, broccoli, peperoni.
Fabbisogno quotidiano
Il fabbisogno quotidiano di acido ascorbico è di 90 mg per gli uomini e 70 mg per le donne (dose da aumentare leggermente in caso di gravidanza). Carenze di vitamina C causano scorbuto, con sintomi come anemia, inappetenza, apatia, caduta dei denti, gengive sanguinanti, dolori ai muscoli. Un eccesso di vitamina C, per diete sbilanciate o abuso di integratori, può causare problemi ai reni, come i calcoli, oppure troppo ferro nel sangue.
Controindicazioni ed effetti indesiderati
L’acido ascorbico è sconsigliato durante l’assunzione di alcuni farmaci perché potrebbe interferire con il trattamento: si parla di medicinali a base di estrogeni, chemioterapici, inibitori della proteasi, statine, niacina, warfarin, flufenazina, paracetamolo, magnesio, nicardipina, nifedipina e salsalato.
Bisogna sempre seguire i dosaggi indicati dal medico curante, evitando dosaggi eccessivi. Dosaggi alti potrebbero non essere consigliati in caso di infarto, calcoli renali, anemia mediterranea, diabete, tumori, intervento di angioplastica, malattie ematologiche.
Gli effetti collaterali, invece, possono riguardare lo stomaco e l’intestino in caso di dosaggio troppo elevato: si potrebbe soffrire di gastrite, acidità di stomaco, bruciori, reflusso. Dosi eccessive possono anche causare vomito, nausea, diarrea.
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Via | Humanitas