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Afta nella bocca, quando preoccuparsi

Sono molto comuni le afte in bocca, ma quando dobbiamo cominciare a preoccuparci?

Afta nella bocca, quando preoccuparsi

Conosciamo tutti le afte in bocca, prima o poi chiunque di noi ne ha avuta una. Sono delle lesioni che si formano sulla mucosa orale, simili a ulcere tendenzialmente tondeggianti e circondate da un alone rosso. Le afte possono essere singole o in gruppo. Solitamente guariscono in un massimo di due settimane, ma facilmente recidivano. Molto spesso le afte vengono sottovalutate e considerate come una seccatura fastidiosa, ma quando dobbiamo preoccuparci per un’afta in bocca? A volte, infatti, capita che le afte compaiano ciclicamente a distanza di tempo e a intervalli regolari: abbiamo una stomatite aftosa cronica.

I sintomi classici delle afte sono:

  • bruciore in bocca un paio di giorni prima della comparsa dell’afta vera e propria
  • arrossamento localizzato che poi diventerà un’area tondeggiante bianco-giallastra, circondata da un alone infiammato rossastro
  • dolore a livello dell’afta
  • le afte solitamente non sanguinano

Se è vero che le afte possono dipendere da cause come traumi locali, carenza di vitamina (vitamina B12 o vitamina B9 o acido folico) o minerali (ferro e zinco), è anche vero che possono essere provocate da problemi di immunodepressione, per esempio le troviamo spesso in pazienti con AIDS o con alcuni tumori. Inoltre le afte possono estendersi dalla bocca anche alle mucose dei genitali. Se accade e si ha irite, ecco che si può avere la sindrome di Behcet, forse su base autoimmune.

Questo vuol dire che non bisogna mai sottovalutare l’importanza delle afte: possono dipendere da cause non gravi e facilmente correggibili, ma possono essere anche la spia di una patologia di cui non si sapeva di soffrire. Inoltre se, oltre alle afte, ci sono anche altri sintomi come febbre, malessere o altro, è bene non focalizzare l’attenzione solamente sull’afta, ma soprattutto valutare l’insieme dei sintomi perché probabilmente c’è qualche altra malattia sottostante da diagnosticare.

Foto | iStock

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