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Aids: sintomi, cause e cure

AIDS sta per Acquired Immune Deficiency Syndrome, ovvero sindrome da immunodeficienza acquisita, ed è una malattia causata dal virus HIV.

Aids: sintomi, cause e cure

Fonte immagine: Foto di AndrewLozovyi su Depositphotos

Aids e HIV sono spesso confuse, ma in realtà indicano due condizioni ben diverse. Non sono sinonimi e non sono assolutamente la stessa cosa. Con l’acronimo HIV, che sta per Human immunodeficiency virus, si fa riferimento a un virus che colpisce duramente i linfociti CD4, un tipo di globuli bianchi che svolge un ruolo fondamentale per garantire il corretto funzionamento del sistema immunitario. Il virus distrugge i globuli bianchi in questione rendendo l’organismo altamente vulnerabile agli agenti patogeni esterni (come virus, batteri, funghi, protozoi, ma anche tumori).

Con il termine AIDS, acronimo che sta per Acquired immune deficiency sindrome, si fa riferimento, invece, a uno stadio clinico avanzato dell’infezione da Hiv. Può manifestarsi anche molto tempo dopo l’infezione e si presenta nel momento esatto in cui le cellule CD4 diminuiscono così tanto da non permettere all’organismo di riuscire più a difendersi da ogni tipo di infezione, anche le più comuni.

Quali sono i sintomi dell’AIDS? Come si manifesta e come si può curare, anche grazie a studi e ricerche scientifiche che hanno aumentato la speranza e l’aspettativa di vita di chi riceve una diagnosi certa di AIDS? Esiste un vaccino contro il virus HIV e l’AIDS?

Hiv e Aids non sono la stessa cosa

L’AIDS e l’HIV, come sottolineato in precedenza, non sono la stessa cosa. HIV è il virus che colpisce il sistema immunitario abbassandone drasticamente le difese, fino ad annullarle completamente. L’AIDS è invece una malattia che è una conseguenza dell’infezione virale da HIV.

La sindrome da immunodeficienza acquisita o AIDS, dunque, è una conseguenza diretta o indiretta dell’infezione da virus HIV-1 e HIV-2, così come tumori e infezioni che potrebbero sorgere dopo che l’agente virale ha iniziato a colpire e distruggere il particolare tipo di globuli bianchi deputato a rendere funzionale la nostra risposta immunitaria.

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Fonte: Photo by National Cancer Institute

Cos’è l’AIDS

La sindrome da immunodeficienza acquisita è una malattia che colpisce il sistema immunitario umano. È provocata dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV). Il suo acronimo è AIDS dall’inglese Acquired Immune Deficiency Syndrome, comunemente usato anche in Italia. Mentre in altri paesi del mondo, come quelli di lingua francese e raramente in Italia, si preferisce usare l’acronimo SIDA.

La malattia è una diretta conseguenza dell’infezione da HIV, che si può presentare anche anni dopo aver contratto questa infezione. Di fatto la patologia limita l’efficacia del sistema immunitario, rendendo i pazienti affetti suscettibili a ogni tipo di infezione e allo sviluppo di tumori. Man mano che la malattia progredisce, le condizioni di salute peggiorano e la vulnerabilità delle persone aumenta.

Spesso indicata anche con il termine HIV/AIDS, che accosta alla malattia il virus che l’ha scatenata, questa patologia è una vera e propria emergenza in molte zone del mondo. Per alcuni è una pandemia. Nel 2009 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato che al mondo ne soffrivano 33,4 milioni di persone. 2,7 milioni le nuove infezioni HIV ogni anno e 2 milioni i decessi annuali provocati dall’AIDS. Solo in Sud Africa sono 14 milioni i bambini rimasti orfani per questa emergenza, che da quando si è manifestata per la prima volta avrebbe già ucciso 25 milioni di persone.

Come è nata la sigla AIDS: quando la malattia è stata scoperta

Abbiamo sentito parlare per la prima volta di AIDS nel 1981, quando la malattia è stata individuata dai ricercatori del Centers for Disease Control and Prevention (CDC). La causa scatenante l’AIDS, il virus HIV, invece, è stata identificato solo due anni dopo, nel 1983.

Come si trasmette l’Aids: il contagio

L’AIDS è considerata una delle più temibili malattie trasmissibili per via sessuale, ma non è questo l’unico canale di contagio. Il virus HIV, infatti, ha diverse vie di trasmissione con cui passa da un soggetto all’altro: sono i liquidi biologici a trasmettere l’infezione virale (sangue, sperma, liquido pre eiaculatorio, secrezioni vaginali, latte materno).

Sono tre le modalità di contagio dell’AIDS: ematica, materno-fetale e sessuale.

Trasmissione dell’AIDS per via ematica

La trasmissione dell’AIDS può avvenire attraverso il sangue, secondo diverse modalità.

  • Trasfusione di sangue infetto o dei suoi emoderivati.
  • Trapianti di organi infetti.
  • Contatto ematico diretto con un sieropositivo (schizzi di sangue o di altri liquidi biologici su membrane e mucose o ferite aperte).
  • Scambio di siringhe usate.
  • Puntura con aghi o strumenti infetti ancora sporchi di sangue, come aghi, forbicine, rasoi, lamette.

Trasmissione dell’AIDS per via sessuale

Sicuramente questo è il modo con cui avviene la maggior parte dei contagi. Sono a rischio i rapporti vaginali, anali, oro genitali non protetti da preservativo con persone affette da HIV. La trasmissione ha luogo attraverso contatto tra i liquidi biologici infetti e le mucose. In caso di malattie veneree come la sifilide, la gonorrea o l’herpes genitale aumentano  il rischio di contagio.

Trasmissione dell’AIDS da mamma a feto

Infine, è bene sapere che una donna sieropositiva può contagiare il figlio che porta in grembo già durante la gravidanza, durante il parto e dopo la nascita allattandolo al seno.

AIDS contagio: i falsi miti

Purtroppo esiste ancora tante disinformazione sul contagio da AIDS. Quindi è bene ricordare i falsi miti che non hanno alcuna prova scientifica:

  • L’HIV non si contrae solo toccando qualcuno che è sieropositivo.
  • Il contatto con sudore, lacrime, urina o feci non trasmette il virus.
  • Le zanzare non sono portatrici del virus.
  • Così come gli animali non possono contagiare o essere contagiati quando si parla di Human Immunodeficiency Virus.
  • Il virus non sopravvive nell’aria, quindi tosse, starnuti e sputi non sono vie di contagio.
  • Gli aghi nuovi e sterilizzati non sono veicolo di HIV.
  • Così come non lo sono il cibo o gli utensili da cucina o gli oggetti condivisi, perché il virus non sopravvive sulle superfici.
  • I baci non trasmettono la malattia infettiva.
  • Così come tatuaggi e piercing sono assolutamente sicuri se il professionista usa aghi e strumenti monouso sterili.

AIDS, sintomi più comuni

L’infezione da HIV può presentarsi in maniera asintomatica. Si può scoprire di essere infetti anche molto tempo dopo. I sintomi dell’AIDS, invece, sono molto variabili e dipendono dalle fasi della malattia stessa.

AIDS sintomi iniziali

Subito dopo il contagio virale possiamo notare:

  • febbre
  • mal di gola
  • ingrossamento di linfonodi e milza
  • difficoltà a deglutire
  • rash cutanei
  • dolore articolare e muscolare

AIDS altri sintomi

In seguito possiamo anche notare:

  • perdita improvvisa di peso
  • febbre ricorrente
  • diarrea
  • tosse
  • mancanza di fiato
  • ingrossamento dei linfonodi

Nell’ultima fase della patologia, i sintomi sono gravi e possono comportare complicazioni anche gravi come polmonite, toxoplasmosi, meningite, herpes, tubercolosi e molto altro ancora. Si potrebbe anche presentare la dermatite seborroica in alcuni casi.

Diagnosi dell’AIDS

Per sapere se si è stati contagiati dall’HIV, bisogna fare un test che avviene con semplice prelievo del sangue. Il test ELISA non è obbligatorio, ma quando si sospetta qualcosa è bene eseguirlo subito, anche perché nella maggior parte dei casi non serve l’impegnativa medica, è anonimo e gratuito.

Se il test ELISA è positivo, per avere certezza della sieropositività bisogna eseguire un ulteriore approfondimento, il test Western Blot.

Test AIDS Elisa, come funziona

ELISA è un acronimo inglese che significa enzyme-linked immunosorbent assay (saggio immuno-assorbente legato ad un enzima) ed è un metodo di analisi immunologica per trovare nel sangue uno o più anticorpi a cui è legato un enzima. Può indicare l’avvenuta infezione già dopo 20 giorni e il periodo preso in considerazione è di 40 giorni dal comportamento a rischio.

Si tratta di un normale prelievo di sangue. I risultati vengono consegnati solo a chi ha eseguito il test. Talvolta, però, viene eseguito troppo presto dopo un contatto con un caso di persona sieropositiva o dopo un rapporto non protetto considerato a rischio, per questo potrebbe essere negativo. In tal caso esistono dei test rapidi come il test dell’antigene p24 o i test combinati, che possono dare una risposta precoce.

Lo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) ha stabilito delle linee guida secondo cui dovrebbero sottoporsi a questo test le persone più a richio:

  • chi ha avuto rapporti sessuali non protetti
  • persone che usano stupefacenti per via iniettiva
  • immigrati che provengono da zone a rischio
  • partner sessuali dei soggetti sopra descritti
  • figli di mamme sieropositive

Cosa succede se si ha l’AIDS?

Quando una persona è affetta da AIDS deve far fronte a tutte le conseguenze di questa malattia che è una complicazione della sieropositività da virus HIV. Ricordiamo che si è sieropositivi quando nel sangue sono presenti gli anticorpi anti-HIV, senza però che il paziente abbia dovuto ancora affrontare le cosiddette infezioni opportunistiche, come polmonite, toxoplasmosi o AIDS. Si può vivere molti anni essendo sieropositivi e nemmeno accorgersi del contagio.

Quando, invece, si ha l’AIDS le difese immunitarie sono drasticamente compromesse e il paziente rischia anche di morire, perché il sistema di difesa dell’organismo non riesce più a rispondere in maniera adeguata a tutte le infezioni e agli agenti patogeni con i quali si potrebbe venire a contatto.

Giornata mondiale contro l'AIDS
Fonte: Photo by sergey mikheev on Unsplash

Terapie e cure

La ricerca scientifica ha fatto passi da giganti per quello che riguarda le cure dell’AIDS e dell’infezione da HIV. Nel 1987 è stato proposto il primo farmaco antiretrovirale, la zidovudina (Azt). Mentre nel 1997 i ricercatori hanno messo a punto particolari farmaci antiretrovirali, gli inibitori della proteasi, che hanno aiutati molti pazienti.

Tra le altre categorie di farmaci antiretrovirali messe a punto ricordiamo:

  • Inibitori della fusione. Bloccano l’ingresso del virus nella cellula ospite.
  • Inibitori della integrasi. Inibiscono l’integrazione del genoma dell’HIV nel DNA della cellula ospite.
  • Inibitori del Ccr5. Inibiscono il recettore Ccr5 della cellula ospite ed evitano l’entrata del virus.

Haart (Higly Active Anti-Retroviral Therapy) è la terapia usata oggi che combina diversi farmaci antirertrovirali, per poter tenere sotto controllo la malattia, perché purtroppo n on esiste una cura definitiva.

Quanto può vivere un malato di AIDS

Le aspettative di vita di un malato di AIDS oggi sono notevolmente cresciute rispetto agli anni Ottanta, anche se, come detto precedentemente, non esiste una cura definitiva contro il virus HIV. Se l’infezione viene diagnosticata in tempo, con un rapido inizio delle terapie antivirali, la qualità della vita è davvero molto alta per i pazienti sieropositivi. C’è da dire, invece, che quando l’infezione da HIV ha come conseguenza l’AIDS potremmo trovarci in uno stadio della malattia infettiva molto avanzato.

HIV e AIDS, esiste un vaccino?

Il vaccino contro l’AIDS non è ancora stato messo a punto, anche se le sperimentazioni sono molte e sono in corso d’opera ormai da diversi anni. Alla luce della corsa a un vaccino contro il coronavirus che provoca l’infezione da Covid-19, però, alcuni ricercatori sarebbero sul punto di iniziare una sperimentazione su un vaccino anti HIV che proteggerebbe le persone dall’infezione e, quindi, da conseguenze gravi come l’AIDS.

Negli Stati Uniti d’America sono in via di sperimentazione due vaccini a mRNA contro l’HIV che sfruttano la stessa tecnologia che ha avuto successo nel contrastare la pandemia da Covid-19. Le molecole di mRNA agirebbero andando a trasmettere alle cellule istruzioni per produrre le proteine di HIV con conseguente risposta immunologica. Si tratta di un vaccino in fase di sperimentazione per comprenderne sia l’efficacia sia la sicurezza per gli esseri umani.

L’importanza della prevenzione

Esistono poche e semplici regole per ridurre o annullare del tutto il rischio di infezione da HIV. E di conseguenza il rischio di AIDS.

  • Evitare di usare in comune siringhe, aghi e altro materiale per iniettare le sostanze.
  • Usare solo agni monouso per fare iniezioni, sedute di agopuntura, tatuaggi, piercing, mesoterapia.
  • Avere rapporti sessuali senza l’uso del preservativo (che va usato dall’inizio alla fine in ogni tipo di rapporto sessuale).
  • Usare preservativi più volte.

Giornata mondiale contro l’AIDS

Il primo dicembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale contro l’AIDS, un invito a non abbassare mai la guardia. Perché se è vero che le nuove diagnosi da infezione di HIV sarebbero in calo, è altrettanto vero che purtroppo i contagi salgono tra i giovanissimi.

La giornata è indetta ogni anno il primo dicembre per informare sull’epidemia mondiale di AIDS, che oggi è una delle più pesanti mai affrontate dall’umanità. L’idea è nata nel 1988 in occasione del Summit mondiale dei ministri della sanità sui programmi per la prevenzione dell’AIDS. Governi, organizzazioni internazionali e associazioni di ogni Paese del mondo si impegnano a fare campagne di sensibilizzazione, collaborando con UNAIDS, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa proprio della lotta all’AIDS. Ogni anno viene scelto un tema per approfondire aspetti della malattia di fondamentale importanza.

Numero verde AIDS

Il ministero della Sanità ha istituito anche un numero verde, con Servizio di counselling sull’Aids e sulle malattie sessualmente trasmissibili. Il numero dell’Istituto Superiore di Sanità è il seguente 800861061 ed è attivo dalle 10.00 alle 18.00. Un numero di telefono al quale rivolgersi per ottenere informazioni utili per proteggersi e proteggere la salute degli altri.

L’AIDS è un nemico ancora da combattere

L’AIDS non è una malattia scomparsa dal mondo. Anzi, è sempre più presente, complici anche campagne di sensibilizzazione sempre meno efficaci che non ricordano le regole base di prevenzione per evitare il contagio da HIV e la possibilità che si manifesti in seguito l’AIDS. Oggi è un problema sanitario in molte parti del mondo, dove si parla di una vera e propria pandemia.

Sensibilizzare, prestare attenzione, sostenere la ricerca scientifica sono le armi vincenti contro una malattia che ancora causa vittime in tutto il mondo.

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