Alimenti infiammatori e non infiammatori: quali sono?
Anche l'alimentazione può aiutare a contrastare l'infiammazione. Ecco quali ingredienti scegliere
Scegliere gli alimenti giusti è una buona strategia per combattere l’infiammazione. A dimostrarlo sono numerosi studi scientifici, secondo cui alcune componenti del cibo o delle bevande possono addirittura esercitare un effetto antinfiammatorio.
Le conseguenze di una scelta sbagliata possono aumentare i rischi corsi dalla salute; viceversa, la scelta giusta può aiutare a proteggerla dagli effetti negativi di un’infiammazione cronica, associata a malattie serie come quelle che colpiscono il cuore e le arterie, il diabete, l’artrite, la depressione, l’Alzheimer e anche il cancro.
Ma quali sono gli alimenti infiammatori? E quali quelli non infiammatori?
Gli alimenti infiammatori
Non è affatto un caso: gli alimenti infiammatori hanno in genere una cattiva reputazione. Alcuni sono stati associati a un aumento del rischio di diabete di tipo 2, altri a quelli di malattie cardiovascolari.
Eccone alcuni che dovrebbero essere consumati il meno possibile:
- le fonti di carboidrati raffinati, come il pane bianco e i dolci da forno;
- i cibi fritti, patatine incluse;
- le bevande zuccherate;
- la carne rossa e quella processata (come le salsicce);
- la margarina, il lardo e altri grassi poco salutari.
Gli alimenti non infiammatori
Fra gli alimenti non infiammatori abbondano la frutta e la verdura, ricche di antiossidanti naturali e di polifenoli, ma non solo. In un’alimentazione a prova di infiammazione non dovrebbero ad esempio mancare:
- i pomodori;
- l’olio d’oliva;
- le verdure a foglia verde, come gli spinaci e il cavolo;
- la frutta secca, come noci e mandorle;
- il pesce grasso, come salmone, sgombro, tonno e sardine;
- frutti come le fragole, i mirtilli, le ciliegie e le arance.
Per chiudere il pasto si può scegliere un bel caffè. Anche questa bevanda, infatti, contiene polifenoli e altre sostanze antinfiammatorie e a meno di gastriti o di problemi di insonnia una tazzina può aiutare a proteggere la salute.
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Via | Harvard Medical School