Allarme pediatri: gli adolescenti italiani sono troppo sedentari
I ragazzi italiani detengono un triste primato: fra gli europei sono quelli che fanno meno sport. A rimetterci è la salute presente e futura
L’amore tra sport e ragazzi ha vita breve: già a 11 anni molti giovani abbandonano l’attività sportiva e a 15 anni è meno della metà degli adolescenti a praticare un’attività sportiva in modo regolare. A dipingere questa sconfortante immagine sono gli esperti riunitisi in occasione degli Stati Generali della Pediatria, evento promosso dalla Sip, la Società italiana di pediatria.
La prima conseguenza di questo fenomeno è che in Italia si registrano tassi di sedentarietà tripli rispetto a quelli rilevati negli altri paesi europei. Gli altri effetti collaterali sono le naturali conseguenze di questa sedentarietà: diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, tumori e altre patologie croniche.
Cambiare stili di vita fin dalla prima età è necessario
ha spiegato Giovanni Corsello, presidente Sip
ma questo non significa necessariamente aumentare le ore dedicate allo sport. Il movimento infatti è anche gioco, attività all’aria aperta, passeggiate, tutte attività che dovrebbero far parte delle abitudini quotidiane di bambini e adolescenti.
Per incentivare uno stile di vita più salutare la Sip ha messo a punto la Piramide dell’attività fisica e motoria, un “manifesto” in cui sono descritte le regole fondamentali per promuovere uno stato di buona salute attraverso il movimento.
Alla base della piramide sono raggruppate le attività da svolgere ogni giorno, come andare a scuola in bici o a piedi, salire le scale, passeggiare e ordinare i giochi. I gradini più alti sono invece occupati dalle attività che devono essere svolte con una minore frequenza. Come prevedibile, la vetta è occupata dalle attività più sedentarie in assoluto, cui può essere dedicata al massimo un’ora al giorno: guardare la televisione e utilizzare il computer.
Come ha spiegato Corsello i bambini
devono ad esempio fare attività fisica all’aria aperta almeno quattro-cinque giorni a settimana, mentre occasionali anche se importanti sono le attività all’esterno come le gite.