Allarme smog, fa male anche al cuore
L'inquinamento atmosferico minaccia seriamente anche la salute cardiovascolare. Ecco cosa ne pensano gli esperti
Lo smog non fa male solo ai polmoni, ma anche al cuore. A portare l’attenzione sull’argomento sono gli esperti della Società Italiana di Caridologia (SIC), che da oggi, 14 dicembre, fino al prossimo lunedì 16 si riuniranno a Roma in occasione del 74mo Congresso Nazionale SIC.
Fra i vari temi attorno ai quali ruoteranno simposi, corsi di aggiornamento e letture magistrali è incluso proprio l’effetto deleterio dell’inquinamento ambientale sull’apparato cardiovascolare. A parlarne sarà anche Savina Nodari, esperta dell’Università di Brescia che ha guidato una ricerca proprio sul legame tra lo smog e incidenza e mortalità delle malattie cardiovascolari.
Lo studio ha individuato una significativa associazione tra i livelli di Pm10 e i ricoveri per eventi cardiovascolari acuti come le sindromi coronariche, l’insufficienza cardiaca, il peggioramento dell’insufficienza cardiaca, la fibrillazione atriale parossistica e le aritmie ventricolari
anticipa Nodari in una nota stampa.
L’effetto è stato lineare, con un aumento del 3% dei ricoveri per ogni aumento di 10 microgrammi di Pm10. E’ stato messo in evidenza come questo inquinamento non solo causa mortalità o patologie a livello respiratorio e polmonare, ma anche a livello cardiaco e cardiovascolare.
Gli italiani non possono sentirsi esclusi dal problema. Nei mesi scorsi uno studio europeo ha infatti svelato che le città dello Stivale sono fra le più inquinate d’Europa. Il problema è particolarmente evidente a Torino e a Milano, dove i livelli di Pm10 raggiungono rispettivamente i 46 e i 36 microgrammi al metro cubo, concentrazioni nettamente superiori rispetto ai 16 microgrammi al metro cubo rilevati a Oxford e i 17 di Copenaghen.
Nodari spiega che le normative europee hanno stabilito in 50 microgrammi al metro cubo i livelli massimi tollerabili di Pm10 nell’aria. Anche Torino, seppur al limite della legalità, rientrerebbe quindi nelle soglie di sicurezza. Tuttavia secondo l’esperta
il suo effetto negativo sul sistema cardiovascolare può richiedere livelli ancor più bassi per essere azzerato.
A beneficiarne sarebbero, naturalmente, anche i polmoni. Lo stesso studio europeo che ha rilevato i pericolosi livelli di inquinamento che caratterizzano le città italiane ha anche stimato che per ogni incremento di Pm10 di 10 microgrammi al metro cubo il rischio di tumore al polmone aumenta del 22% circa. Nel caso dell’adenocarcinoma polmonare, un tumore che colpisce anche chi non fuma, l’aumento del rischio è addirittura del 51%.
Per mettersi al sicuro bastano le mascherine? Dati i livelli di inquinamento rilevati, rimane qualche lecito dubbio. Di sicuro evitare di inquinare è una strategia più sicura per ridurre i rischi per la salute.
Via | Comunicato stampa