Alzheimer, la diagnosi precoce sarà possibile grazie a un nuovo biomarcatore
Alzheimer diagnosi precoce: la scoperta di un nuovo biomarcatore permetterà di identificare la malattia prima che compaiano i primi sintomi
Grazie alla scoperta di un nuovo biomarcatore nel sangue, la possibilità di una diagnosi precoce di Alzheimer è sempre più vicina. Lo rendono noto i membri della Edith Cowan University (ECU), autori di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Translational Psychiatry. Secondo gli esperti, una particolare proteina potrebbe essere utilizzata per diagnosticare l’Alzheimer anche decenni prima che si manifestino i sintomi della malattia.
La proteina in questione è la Proteina fibrillare acida della glia (GFAP), normalmente presente nel cervello. Questa viene rilasciata nel sangue quando il cervello risulta danneggiato dalla malattia di Alzheimer precoce.
Gli autori hanno anche osservato che le persone con elevata GFAP nel sangue presentano un aumento della beta amiloide nel cervello, noto campanello d’allarme per la malattia di Alzheimer.
Diagnosi precoce di Alzheimer: lo studio sul nuovo biomarcatore
Per il loro studio, gli autori hanno arruolato un campione di 100 australiani dai 65 ai 90 anni di età. Nessun partecipante presentava sintomi di Alzheimer. Ebbene, gli esperti hanno osservato quella che sembra essere una strada promettente per riuscire a ottenere una diagnosi precoce della malattia.
I biomarcatori del sangue stanno diventando un’alternativa interessante ai metodi costosi e invasivi esistenti per diagnosticare la malattia di Alzheimer. Il biomarcatore GFAP potrebbe essere utilizzato per sviluppare un semplice e rapido esame del sangue per rilevare se una persona è ad alto rischio di sviluppare questa condizione.
Insomma, grazie ai sempre maggiori progressi nel campo medico, sarà possibile diagnosticare l’Alzheimer con un’analisi del sangue. Gli autori ricordano che una diagnosi precoce è fondamentale per riuscire a consigliare farmaci e cambiamenti nello stile di vita volti a ritardare l’insorgenza dei primi sintomi dell’Alzheimer.
Gli attuali test di imaging cerebrale e la puntura lombare sono costosi e invasivi e non ampiamente disponibili per la popolazione generale. Un esame del sangue potrebbe aprire possibilità per la diagnosi precoce di milioni di persone e quindi consentire interventi precoci.
Insomma, diagnosticare l’Alzheimer in maniera precoce permetterà di intraprendere trattamenti e interventi volti a ritardare la comparsa dei sintomi della malattia.
via | ScienceDaily
Foto di Gerd Altmann da Pixabay