Un esame del sangue potrebbe predire il rischio di soffrire di Alzheimer parecchi anni prima rispetto a quanto è possibile fare attraverso i metodi attuali. A studiare questo nuovo e promettente metodo di diagnosi sarebbero stati gli scienziati britannici del King College di Londra, secondo i quali, anticipando la diagnosi di Alzheimer, sarebbe anche possibile per i pazienti pianificare al meglio il futuro e trascorrere più tempo con i propri cari prima che si manifestino i sintomi. Dal canto loro, i ricercatori sperano anche che questo metodo di diagnosi possa aprire la strada ad una cura, selezionando i pazienti nelle primissime fasi della malattia, in modo da poter testare nuovi farmaci che possano rallentarne o, ancor meglio, arrestarne la progressione.
Il nuovo test funziona monitorando i livelli di dieci proteine nel sangue, o biomarcatori, che si innalzano nei pazienti che soffrono di Alzheimer. Uno studio condotto su un campione di 1148 pazienti anziani ha infatti fatto emergere che tale test sarebbe efficace nella diagnosi della malattia nell’88% dei casi. Naturalmente è ancora presto perché il test venga impiegato effettivamente con i pazienti, ma secondo gli esperti, questo potrebbe essere pronto entro 2-5 anni.
Quello condotto dagli esperti inglesi non è il primo studio in cui si avanza la possibilità di eseguire una serie di esami del sangue per prevedere il rischio del morbo di Alzheimer. Già in passato dei ricercatori italiani ed un team di Washington sono giunti a simili conclusioni. Ma dal canto loro, i ricercatori britannici, la cui ricerca è stata pubblicata sulla rivista Alzheimer’s and Dementia, sosterrebbero che il loro test è più avanzato, e che è stato già provato su molti più pazienti.
Non rimane quindi che attendere ulteriori studi sull’argomento.
via | DailyMail