Amiodarone: a cosa serve e posologia
L’amiodarone è uno dei farmaci antiaritmici usati più di frequente nel trattamento di aritmia e fibrillazione atriale. Sebbene possa offrire numerosi vantaggi, questo medicinale potrebbe comportare anche lo sviluppo di diversi effetti collaterali anche gravi.
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L’amiodarone è uno dei farmaci più comunemente impiegati per trattare le alterazioni del ritmo cardiaco dovute ad aritmie (ritmo cardiaco irregolare), fibrillazione atriale, tachicardie ventricolari e tachiaritmie di natura diversa. Si tratta di un medicinale senz’altro utile, ma non privo di controindicazioni, di possibili interazioni con altri farmaci e di effetti collaterali anche molto gravi.
Per questo motivo, è importante conoscere le caratteristiche di questo medicinale antiaritmico, la posologia e altre informazioni, in modo da ridurre il rischio di effetti collaterali e tutelare la salute del paziente.
In questo articolo vedremo quando usare l’amiodarone e tutto ciò che bisogna sapere prima di intraprendere il trattamento.
A tale proposito, ricordiamo che, prima di iniziare una terapia farmacologica di qualsiasi genere, è sempre opportuno aggiornare il medico in merito a qualsiasi tipo di integratore o altro farmaco tu stia assumendo, per evitare il rischio di possibili interazioni.
A cosa serve il farmaco amiodarone?
Questo medicinale è un noto antiaritmico, impiegato in diverse possibili situazioni. L’amiodarone viene utilizzato, ad esempio, nel trattamento di diversi tipi di aritmie, come tachicardia sopraventricolare, extrasistole atriale, fibrillazione atriale e altre condizioni pericolose per la vita.
Il farmaco viene impiegato – seppur non come rimedio di prima linea – anche nella prevenzione delle crisi nei pazienti con angina pectoris.
L’amiodarone trova impiego nella cura delle tachiaritmie associate a sindrome WPW (Wolff-Parkinson-White), e nel trattamento di tachicardie ed extrasistoli ventricolari.
Nome commerciale e forme farmaceutiche
Il principio attivo è presente in numerosi farmaci appartenenti alla categoria degli “antiaritmici, classe III”, perlopiù disponibili sotto forma di compresse di amiodarone da 200 mg, da assumere per via orale.
È inoltre disponibile l’amiodarone in fiale per somministrazione endovenosa, un trattamento che può essere eseguito solo nei casi d’emergenza, e solo sotto stretto monitoraggio della funzionalità cardiovascolare ed epatica.
Il medicinale è acquistabile solo dietro presentazione della ricetta medica.
Puoi trovarlo con il nome commerciale Amiodarone Cordarone, Amiodarone sandoz, Amiodarone Cloridrato Bioindustria L.I.M., Amiodarone Zentiva e diversi altri.
Per chi dovesse chiedersi, quindi, che differenza c’è tra amiodarone e Cordarone, quest’ultimo è essenzialmente uno dei medicinali che contengono il principio attivo amiodarone cloridrato.
In questo caso, si tratta di un medicinale in forma di soluzione iniettabile per uso endovenoso.
Amiodarone: dosaggio
L’assunzione di questo medicinale deve avvenire sempre dietro consiglio del medico. Il paziente dovrà inoltre attenersi alle raccomandazioni e ai dosaggi indicati dallo specialista. Un sovradosaggio di amiodarone potrebbe comportare delle conseguenze molto gravi.
Amiodarone compresse
Il trattamento per bocca prevede la somministrazione di 200 mg di principio attivo per 3 volte al giorno durante la prima settimana. Durante la seconda settimana, il dosaggio sarà ridotto a 200 mg per 2 volte al giorno.
Fatta eccezione per i casi specifici, opportunamente indicati dal medico, la dose di mantenimento sarà di una compressa da 200 mg al giorno.
L’assorbimento del farmaco aumenta quando questo viene assunto con il cibo. Puoi assumere il medicinale con acqua o succo di frutta. Evita però di bere il succo di pompelmo, in quanto, proprio come il frutto intero, potrebbe aumentare il rischio di effetti avversi gravi.
Non masticare le compresse.
Soluzione iniettabile
Riguardo la soluzione iniettabile, il medico stabilirà la dose iniziale e quella di mantenimento più adeguate, in base alla gravità del disturbo da trattare.
Il medicinale deve essere somministrato solo da personale medico o da un infermiere.
Amiodarone: effetti collaterali
Quali sono gli effetti collaterali del Cordarone e degli altri medicinali che contengono lo stesso principio attivo? Come molti altri farmaci, anche questo particolare antiaritmico può provocare diversi effetti indesiderati, alcuni dei quali sono anche molto gravi.
Si stima che circa il 75% dei pazienti in cura con questo medicinale sperimenti alcuni effetti avversi. Qualora ciò dovesse accadere, parlane con il tuo medico per valutare, a seconda dei casi, un’eventuale sospensione dell’amiodarone e l’utilizzo di un tipo di farmaco più adatto.
Durante il trattamento potrebbero manifestarsi i seguenti sintomi indesiderati:
- Lieve rallentamento della frequenza cardiaca (bradicardia)
- Prurito o arrossamento nel punto di iniezione (formula per via endovenosa)
- Disturbi gastrointestinali, come nausea, vomito, costipazione, perdita di appetito e disturbi della digestione
- Riduzione del desiderio sessuale
- Problemi alla vista: il medicinale può aumentare il rischio di neuropatie ottiche e causare cecità (anche permanente)
- Malattie respiratorie come polmoniti e fibrosi
- Disturbi della tiroide (ipotiroidismo o ipertiroidismo): si tratta della complicanza più comune
- Disturbi cutanei: l’amiodarone può indurre fotosensibilizzazione (può rendere la pelle più sensibile se esposta alla luce solare), e può anche causare una strana colorazione blu-grigiastra della pelle, un effetto che si presenta di solito circa 2 anni dopo l’inizio della terapia
- Disturbi del sonno, perlopiù con sintomi come difficoltà ad addormentarsi o a rimanere addormentati
- Danni al fegato, soprattutto nei pazienti che seguono una terapia a lungo termine.
Il farmaco può causare anche altri effetti indesiderati. Se avverti sintomi insoliti durante il trattamento, informa subito il medico.
L’incidenza degli effetti indesiderati aumenta, generalmente, dopo circa 6 mesi dall’inizio del trattamento.
Interazioni farmacologiche
E’ importante assumere questo medicinale in completa sicurezza, evitando la contemporanea assunzione di altri farmaci che potrebbero aumentarne o ridurne gli effetti, causando reazioni avverse anche molto gravi.
Di seguito vedremo quali sono alcuni dei medicinali da non combinare con l’amiodarone. Tieni a mente che questo particolare principio attivo possiede un’emivita insolitamente prolungata (in media, circa 58 giorni), per cui prima di iniziare una nuova terapia bisognerà valutare le possibili interazioni, anche se hai già interrotto l’utilizzo del farmaco.
Informa il medico se stai già assumendo i seguenti farmaci e stai per iniziare un trattamento con amiodarone:
- Anticoagulanti
- Digossina
- Antiaritmici di classe I
- MAO-inibitori
- Ciclosporina
- Cimetidina
- Colestiramina
- Clopidogrel
- Statine
- Antidepressivi
- Aminofillina
- Eparina
- Flucloxacillina
- Cefamandolo
- Diuretici e lassativi
- Farmaci ipokaliemici
- Corticosteroidi sistemici.
Per un elenco completo dei farmaci a maggior rischio di interazione, consigliamo di consultare il foglietto illustrativo del medicinale. Informa il medico se in questo periodo hai assunto, o stai assumendo, degli integratori o prodotti erboristici, come quelli a base di Erba di San Giovanni, che potrebbero ridurre l’efficacia del farmaco.
Controindicazioni e sicurezza
Il medicinale non è consigliato per i bambini e per le donne in gravidanza o durante l’allattamento al seno, poiché potrebbe causare gravi effetti collaterali per il bambino, come ipotiroidismo, gozzo congenito e ipertiroidismo.
Qualora dovessi iniziare una gravidanza durante la terapia con amiodarone, informa immediatamente il medico.
Il medicinale è controindicato nelle persone con:
- Allergia allo iodio o al principio attivo
- Disturbi cardiaci, come bradicardia sinusale o blocco senoatriale, disturbi di ritmo cardiaco in assenza di pacemaker, insufficienza cardiaca grave non compensata e scompenso cardiaco congestizio
- Patologie della tiroide: l’amiodarone può alterare la funzionalità tiroidea. Per questa ragione, durante un eventuale trattamento è necessario sottoporsi ai dovuti esami per la tiroide, e valutare periodicamente i livelli di tiroxina (T4), triiodiotironina (T3), tirotropina (TSH) e quelli degli anticorpi anti-TPO.
- Malattie epatiche in corso: l’amiodarone può causare tossicità epatica, per cui, prima di iniziare il trattamento, bisognerà valutare lo stato di salute del fegato
- Insufficienza respiratoria: anche in questo caso, durante il trattamento bisognerà valutare la funzionalità polmonare, prestando attenzione a qualsiasi sintomo possa far supporre lo sviluppo di reazioni avverse al farmaco, come tosse, difficoltà respiratorie, broncospasmo e apnea.
- Colesterolo alto: poiché l’amiodarone aumenta i livelli plasmatici di colesterolo e dei trigliceridi, il trattamento potrebbe aumentare il rischio di eventi cardiovascolari.
Quale farmaco può sostituire l’amiodarone?
Data la non breve lista di controindicazioni e di effetti collaterali, in alcuni casi il medico potrebbe dover scegliere un diverso tipo di farmaco antiaritmico.
Fra questi, potrebbe rientrare il dronedarone, un analogo dell’amiodarone, chimicamente e strutturalmente simile a quest’ultimo, ma con un minor rischio di effetti collaterali.
Fonti