Benessereblog Salute Anche il caffè aiuta a combattere il diabete

Anche il caffè aiuta a combattere il diabete

Per ridurre il rischio bisogna berne 3-4 tazzine al giorno, anche decaffeinato. Ciò che conta davvero è che non sia bollito, ma filtrato

Anche il caffè aiuta a combattere il diabete

Nella Giornata Mondiale del Diabete 2014 arriva una buona notizia per gli amanti del caffè: per 3 o 4 tazzine al giorno può arrivare a ridurre addirittura del 25% il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Lo studio che lo ha dimostrato, condotto dall’Institute for Scientific information on Coffee, è stato presentato proprio in occasione dell’iniziativa promossa dall’International Diabetes Federation.

Il diabete di tipo 2, spesso chiamato anche “diabete mellito”, è la forma che compare tipicamente con l’avanzare degli anni. Una malattia, quindi, che potrebbe essere definita “associata all’invecchiamento”, ma che in realtà colpisce sempre più anche in giovane età. Gli esperti sembrano avere pochi dubbi su chi sia il colpevole di questa anticipazione della comparsa del problema: lo stile di vita occidentale, sempre più sedentario e caratterizzato da abitudini alimentari poco salutari sia dal punto di vista della qualità dei cibi portati in bocca sia da quello del tempo e dell’attenzione dedicata ai pasti.

In questo scenario quello di tipo 2 è un diabete che minaccia sempre più anche i bambini. Per loro la soluzione non può essere certo rappresentata dal caffè, ma nel caso degli adulti questa bevanda aumenta la protezione del 7-8% ad ogni tazzina bevuta in un giorno. Vietato, però, esagerare: l’effetto protettivo è limitato ai casi in cui se ne consumino al massimo 3 o 4 al giorno.

A trarre beneficio dal caffè può essere anche chi non ha un buon rapporto con la caffeina. Infatti secondo i ricercatori non sarebbe questa molecola a esercitare l’effetto protettivo contro il diabete. A sostegno di questa teoria arrivano i risultati di un recente studio secondo cui anche il decaffeinato ridurrebbe il rischio di diabete di tipo 2.

Cos’è, allora, a fare la differenza? Ad entrare in gioco potrebbe essere ad esempio il metodo di preparazione. Da questo punto di vista è meglio filtrare il caffè piuttosto che bollirlo.

Il nostro consiglio è di tenere sempre ben presenti anche i possibili effetti collaterali del caffè e le sue controindicazioni in caso di particolari problemi di salute. Un esempio caso in cui si deve fare attenzione è quello in cui si soffre di ipertensione: come raccontato nel video in apertura di questo post nel caso dei giovani ipertesi geneticamente predisposti a non tollerare il caffè superare le 3 tazze al giorno può addirittura raddoppiare il rischio di pre-diabete, effetto totalmente opposto rispetto a quello che si vorrebbe ottenere.

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Via | Agi

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