Andare a letto tardi aumenta i pensieri negativi
Andare a dormire tardi può aumentare il rischio di ritrovarsi a fare dei pensieri negativi. Ecco cosa emerge da un nuovo studio.
Vi sentite spesso assaliti da incontrollabili pensieri negativi? La causa potrebbe essere nascosta … nell’orario in cui andate a dormire! Andare a letto tardi ed avere il sonno interrotto sono fattori che possono contribuire alla manifestazione di pensieri negativi, secondo quanto emerso da una ricerca condotta dai membri della Binghampton University di New York e pubblicata sulla rivista Cognitive Therapy and Research. Già in precedenza le ricerche avevano dimostrato che esiste un’associazione fra problemi di sonno e ripetuti pensieri negativi, ma il nuovo studio ha voluto indagare anche in merito al possibile legame che vi è fra l’avere questi pensieri negativi e l’orario in cui una persona va a dormire la sera.
Per analizzare meglio la questione, gli esperti hanno esaminato un campione di 100 studenti dell’Università, chiedendo loro di completare diversi questionari che misuravano le loro preoccupazioni, quanto rimuginavano sui pensieri, quanti fossero i loro pensieri negativi e le loro ossessioni, e così via. Quindi, gli esperti hanno chiesto ai volontari se fossero tipi mattinieri o “nottambuli”, se dormivano il giusto numero di ore e a che ora andavano a letto.
Ebbene, dalle analisi sarebbe emerso che gli studenti che dormivano meno ed andavano a letto più tardi avrebbero sofferto maggiormente dei pensieri negativi rispetto invece a coloro che dormivano il giusto numero di ore e andavano a letto prima.
Normalmente i pensieri negativi sono associati a sensazioni di ansia, angoscia, disturbo da stress post-traumatico, disturbo compulsivo e fobia sociale, per cui provare ad andare a letto prima, per riuscire a combattere questo tipo di problema, può rappresentare indubbiamente un intervento poco costoso e facilmente attuabile per ritrovare la propria serenità.
Se ulteriori risultati supporteranno la relazione tra le ore di sonno e i pensieri negativi,
concludono gli autori della ricerca
si potrebbe aprire un giorno una nuova strada per il trattamento delle persone con questi disturbi.
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via | Medicalnewstoday.com