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Andropausa, i sintomi che forse non conosci

Vediamo qual è il significato della parola andropausa, come riconoscerne i sintomi e quali sono i trattamenti e i rimedi da adottare

Andropausa, i sintomi che forse non conosci

Fonte immagine: Pixabay

Spesso sentiamo parlare di menopausa della donna, ma sapevi che esiste una condizione, l’andropausa, che molti considerano come una sorta di “menopausa  maschile”? Come vedremo, questa associazione in realtà non è propriamente esatta, seppur ampiamente usata nel linguaggio comune.

Ma allora cos’è l’andropausa? Questa parola deriva dall’unione di due termini di origine greca, ovvero “anèr” (uomo) e “pausis” (cessazione), e indica in realtà una fase di progressivo e fisiologico declino delle funzioni delle gonadi maschili, con una riduzione dell’attività delle cellule di Leydig, adibite alla secrezione del testosterone e degli altri ormoni androgeni androstenedione e deidroepiandrosterone (DHEA).

Un simile declino si verifica nel corso del tempo, in maniera lenta e progressiva; ha inizio intorno ai 45/50 anni di età, ma gli effetti possono farsi sentire, nella maggior parte dei casi, solo verso i 70 anni.

In alcuni soggetti, però, l’andropausa maschile potrebbe verificarsi con ampio anticipo, e avere inizio persino intorno ai 30/35 anni di età. Si parlerà, in questo caso, di “andropausa precoce”.

In termini più chiari, dunque, l’andropausa coincide con quel momento della vita in cui avviene un graduale calo dei livelli di ormoni androgeni, in particolar modo del testosterone, il principale ormone androgeno maschile. Questa condizione può portare all’insorgenza di un ipogonadismo, cioè una riduzione della funzionalità dei testicoli.

A sua volta, come vedremo, bassi livelli di testosterone possono contribuire allo sviluppo di malattie come cardiopatie e osteoporosi.

I sintomi dell’andropausa

Andropausa
Fonte: Pixabay

Quali sono i sintomi dell’andropausa? Insomma, come si manifesta la cosiddetta “menopausa maschile”?

La lista dei possibili sintomi è piuttosto ampia. Fra i più frequenti vi sono:

  • Aumento di peso, con una concentrazione del tessuto adiposo sulla zona dei fianchi, dell’addome e sui glutei.
  • Una graduale perdita della massa magra.
  • Riduzione della forza muscolare
  • Caduta di capelli e peli, in particolar modo nella zona pubica
  • Sudorazioni notturne abbondanti: alcuni le considerano come delle vere e proprie “vampate di calore maschili
  • Riduzione della densità ossea, con un conseguente maggior rischio di osteoporosi
  • Maggiori rischi cardiovascolari
  • Disturbi del sonno
  • Sintomi psicologici come alterazioni dell’umore, sintomi depressivi, irritabilità e problemi di concentrazione
  • Riduzione del desiderio sessuale, con possibile disfunzione erettile
  • Ginecomastia, ovvero un ingrossamento del tessuto mammario associato talvolta a dolore, che non è dovuto a cause tumorali
  • Ipertrofia prostatica, una condizione che comporta un ingrossamento della ghiandola prostatica, e che colpisce circa la metà degli uomini dopo i 60 anni.

Andropausa: a che età iniziano i sintomi?

Abbiamo visto come si manifesta la “menopausa maschile”, ma esattamente a che età si sviluppano i sintomi? Solitamente, il calo del testosterone avviene in maniera molto lenta e graduale, a cominciare dai 50 anni di età, ma come abbiamo anticipato, i primi sintomi possono iniziare a farsi sentire intorno ai 60/70 anni. Tuttavia, esistono delle patologie e condizioni che possono causare un più rapido crollo del testosterone.

Fra queste rientrano l’obesità, il diabete, la sindrome metabolica, il colesterolo alto, la pressione alta e le cardiopatie.

Anche le apnee ostruttive del sonno e la depressione possono essere collegate a un più rapido declino dei livelli del testosterone.

Diagnosi

Spesso, fra i disturbi dell’andropausa che spingono un uomo a rivolgersi al medico rientrano la perdita del desiderio sessuale e la disfunzione erettile. In simili situazioni, il paziente si rivolgerà dunque a un andrologo, ovvero lo specialista che si occupa della salute dell’uomo e della cura di malattie che riguardano la sfera sessuale maschile.

Durante la visita, il medico ti chiederà di parlare dei sintomi che stai sperimentando, e consiglierà l’esecuzione di determinati “test per l’andropausa”, con analisi volte a valutare i livelli di ormoni androgeni, in particolar modo quelli del testosterone (in presenza di ipogonadismo, i valori dovrebbero essere al di sotto di 280 ng/dl). Saranno inoltre consigliati esami per valutare i livelli di gonadotropine ipofisarie, gli ormoni che stimolano la produzione di testosterone.

La diagnosi comprenderà anche altre analisi più comuni, come quella della glicemia, un esame per valutare i livelli del colesterolo, quelli dei trigliceridi e della vitamina D, la cui insufficienza potrebbe causare non solo osteoporosi, ma anche problemi di erezione.

Andropausa: rimedi

Se necessario, il medico consiglierà una terapia sostitutiva androgenica, che prevede la somministrazione di ormoni (testosterone), in modo da ridurre i problemi di impotenza. Inoltre, lo specialista potrà consigliare un trattamento a base di mesterolone, steroide impiegato per il trattamento delle disfunzioni sessuali causate dalla riduzione del testosterone.

Infine, possono essere prescritti anche farmaci inibitori della fosfodiesterasi 5 (PDE5i),, un gruppo di medicinali che viene impiegato per il trattamento delle disfunzioni erettili. Fra questi rientra anche il Viagra.

Per prevenire un rapido calo del testosterone sarà inoltre importante mantenersi attivi e condurre un sano stile di vita. Bisognerà svolgere regolare esercizio fisico ed evitare vizi dannosi come quello del fumo e dell’alcol.

L’andropausa è davvero la menopausa “al maschile”?

Fonte: Pixabay

Sebbene venga spesso associata al termine “menopausa”, il realtà il significato della parola “andropausa” è ben diverso rispetto a ciò che avviene nella donna.

La menopausa, infatti, interessa tutte le donne dai 48-50 anni (circa) in su, e coincide con la fase in cui le ovaie smettono di produrre gli gli ormoni riproduttivi. Nell’uomo le cose sono ben diverse. In questo caso, infatti, si assiste a un progressivo e fisiologico abbassamento della produzione di testosterone e altri ormoni.

Insomma, persino la parola “andropausa”, dal punto di vista etimologico, non è propriamente corretta, poiché a differenza della menopausa (ovvero la fine del ciclo mestruale), in questo caso non si verifica una vera e propria “pausa” o “fine”, propriamente detta.

Tutti gli uomini vanno in andropausa ?

Anche in questo caso, la differenza fra andropausa e menopausa è evidente.

Mentre quest’ultima interessa ogni donna (a un certo punto della vita), nel caso dell’andropausa, il calo di ormoni del quale abbiamo parlato non colpisce tutti gli uomini adulti, e non si manifesta in maniera uguale per tutti i soggetti.

Insomma, anche se anziano, un uomo potrebbe ancora essere perfettamente in grado non solo di avere rapporti sessuali, ma anche di procreare (se non presenta problemi di infertilità).

Per questa ragione, torniamo a dire che il termine “menopausa maschile”, o persino quello di “andropausa”, non sono propriamente corretti. Secondo gli esperti, sarebbe quindi più esatto parlare di “parziale deficienza androgenica” nel maschio di età avanzata.

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