Ansia, i farmaci del futuro hanno lo stesso bersaglio dell’aspirina
I ricercatori della Vanderbilt University li hanno già sperimentati sui topi con una piacevole sorpresa: non danno effetti collaterali a livello gastrointestinale
Quando si ha a che fare con l’ansia l’idea di dover assumere dei farmaci può gettare ancora di più nel panico a causa dei possibili effetti collaterali dei loro principi attivi, variabili dalla sonnolenza a vere e proprie crisi di astinenza. Il problema potrebbe essere risolto da una nuova classe di molecole testate alla Vanderbilt University (Nashville, Stati Uniti) in una serie di esperimenti sui topi i cui risultati sono stati pubblicati su Nature Neuroscience.
Il bersaglio naturale di queste molecole è l’enzima COX-2, una delle molecole che vengono attaccate anche dall’aspirina e da altri farmaci antinfiammatori non steroidei (i cosiddetti Fans). La funzione di questo enzima è quella di produrre molecole che stimolano l’infiammazione, ma è noto da tempo che la sua inibizione ha un effetto collaterale desiderabile in chi soffre di ansia: l’attivazione degli endocannabinoidi, le molecole prodotte dall’organismo che attivano nel cervello gli stessi recettori stimolati dai principi attivi presenti nella marijuana.
In effetti questi recettori giocano un ruolo importante nel controllo dello stress e dell’ansia. Purtroppo, però, partecipano anche a molti altri processi fisiologici e patologici e la loro attivazione potrebbe portare a diversi effetti collaterali, ad esempio a livello gastrointestinale. Le molecole sperimentate nei topi alla Vanderbilt University, che non sono altro che degli inibitori modificati di COX-2, riescono a contrastare i sintomi dell’ansia attivando gli endocannabinoidi senza dare nessun effetto collaterale a livello gastrointestinale. Non solo, dato che queste molecole non bloccano la produzione di prostaglandine i ricercatori sono ottimisti anche sulla possibilità che non abbiano gli stessi effetti collaterali a livello cardiovascolare che possono essere associati all’assunzione dei Fans.
Because the “substrate selective” inhibitors developed at Vanderbilt increase endocannabinoid levels in the mouse without blocking prostaglandin production, “we think (they) will not have the gastrointestinal and possibly cardiovascular side effects that other NSAIDs do,” said Marnett, University Professor and Mary Geddes Stahlman Professor of Cancer Research.
Oltre ad ipotizzare un possibile utilizzo di queste molecole nel trattamento dei sintomi dell’ansia – la conferma della fattibilità di questo approccio arriverà solo dopo opportuni studi clinici ancora da condurre – i ricercatori pensano già ad altre potenziali applicazioni dell’attivazione degli endocannabinoidi inibendo selettivamente COX-2, ad esempio nel trattamento del dolore e di disturbi del movimento o nella prevenzione del cancro al colon.
Via | EurekAlert!
Foto | da Flickr di Steve Snodgrass