Antibiotici nei fiumi: livelli 300 volte oltre i limiti
Antibiotici nei fiumi: uno studio rileva la presenza di livelli 300 volte oltre i limiti.
Un nuovo studio condotto dai membri dell’Università di York rivela che, in due terzi dei fiumi del mondo vi sarebbero concentrazioni di antibiotici che arrivano a superare le soglie ritenute “sicure” anche di 300 volte. Lo studio ha esaminato i livelli di 14 antibiotici comunemente utilizzati in 711 zone situate lungo i fiumi di 72 Paesi del mondo, ed ha testato alcuni dei corsi d’acqua più famosi del pianeta, come il Chao Phraya in Thailandia, il Tevere, il Tigri, il Tamigi, il Danubio e così via.
Dagli esami condotti sulle acque di questi fiumi sarebbe emerso che il metronidazolo (un antibiotico che viene impiegato per trattare infezioni batteriche come quelle della pelle e della bocca), è risultato quello con concentrazioni più eccedenti rispetto a quelle considerate “di sicurezza” (in un luogo del Bangladesh ne sarebbero stati rilevati livelli superiori anche di 300 volte rispetto a quelli di sicurezza).
Inoltre, l’antibatterico che ha oltrepassato più frequentemente i livelli di sicurezza è la ciprofloxacina (impiegata per la cura di diverse patologie e infezioni), quello più presente (rilevato in 307 siti) è il trimetoprim, che viene utilizzato per combattere le infezioni che colpiscono il tratto urinario.
Le zone maggiormente inquinate sarebbero risultate quelle che si trovano vicino agli impianti di trattamento dei rifiuti o quelle che si trovano nelle zone considerate instabili dal punto di vista della sicurezza.
Molti scienziati ora riconoscono il ruolo dell’ambiente nello sviluppo della resistenza agli antibiotici. I nostri dati dimostrano che la contaminazione dei fiumi può essere uno dei veicoli
via | Repubblica
Foto da Pixabay