Antidolorifici e antidepressivi tra i farmaci più usati dagli italiani, calano gli antibiotici
Dall'ultimo rapporto Aifa sugli italiani e i farmaci emergono luci ed ombre. Ad esempio, se cala il ricorso agli antibiotici, è preoccupante l'incremento del consumo di antidolorifici oppioidi e di antidepressivi
Antidolorifici oppioidi e antidepressivi sono medicinali in aumento tra i pazienti italiani, soprattutto (nel caso degli analgesici), tra gli anziani. Si tratta di un trend rilevato nell’ultimo Rapporto Osmed dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) relativo ai primi 9 mesi del 2014 sull’uso dei farmaci da parte dei nostri connazionali e sui più prescritti dai medici.
Rientrano nel Rapporto anche e soprattutto quei medicinali mutuabili che sono quindi a carico del Servizio sanitario nazionale e che quindi sono anche indicativi della salute generale della popolazione italiana perché ci dicono quali sono le patologie più diffuse. Ecco la classifica dei più prescritti:
- Farmaci per il sistema cardiovascolare (tra cui le “pillole” per abbassare la pressione)
- Farmaci antitumorali in generale (sono al primo posto per quanto riguarda il peso sulla spesa sanitaria pubblica)
- Farmaci per l’apparato gastrointestinale e per il metabolismo
- Farmaci per il sangue (ad esempio anticoagulanti)
- Farmaci per il sistema nervoso (tra cui gli antidepressivi e ansiolitici, in aumento, come abbiamo visto)
Questa classifica è del tutto coerente con quella delle patologie importanti più diffuse tra la popolazione, ovvero le malattie e le disfunzioni cardiovascolari e i tumori (che rappresentano anche la prima causa di morte). Una buona notizia è che rispetto al Rapporto del 2013, in quest’ultimo si rileva una decremento nella somministrazione degli antibiotici, dopo un abuso che negli ultimi anni stava diventando a dir poco “scriteriato”, con il rischio concreto di produrre una diffusa antibiotico-resistenza.
In particolare, stando ai dati dell’Aifa, la riduzione media delle prescrizioni è pari, per il territorio nazionale, al -4%, con punte del -8-7% in Liguria e Toscana. Se, quindi, su un fronte possiamo sorridere, un altro diventa fonte di preoccupazione.
E’ infatti emerso un aumento nell’uso degli antidolorifici oppioidi (+9-13% rispetto al 2013) da parte degli anziani, medicinali che possono dare dipendenza e avere molti effetti collaterali. Il dottor Luca Pani, Direttore generale dell’Aifa, prova a capire il perché del fenomeno e a spiegare i possibili rischi:
La soglia del dolore si sta abbassando e si consumano dunque sempre più antidolorifici, soprattutto oppioidi che, però, creano dipendenza. E vari elementi ci dicono che questo tipo di dipendenza sta colpendo soprattutto i pazienti anziani, bandierina d’allarme da non sottovalutare
Il trend che si registra è perciò un indicatore di una condizione di maggiore sofferenza della popolazione anziana, condizioni di disagio che, in concomitanza con leggi meno restrittive in merito alla prescrizione degli oppioidi ha fatti sì che si impennasse la vendita di questi farmaci anche quando non propriamente necessari, come sottoliena la ministra Beatrice Lorenzin:
Abbiamo registrato un aumento degli oppioidi che è fuori da una correttezza della prescrizione medica. Dietro c’è, dunque, un tema sociale, che sicuramente segnala un forte disagio nella popolazione e una necessità di incrementare i servizi territoriali di supporto anche di tipo psicologico per le persone che possono attraversare una fase di difficoltà. E’ emerso un abuso degli oppioidi nelle fascia di età anziane che nulla ha a che fare con la terapia del dolore. Un ambito su cui bisogna lavorare
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Via |Ansa e Ansa