L’aspartame fa male?
L'aspartame è uno dei più diffusi dolcificanti artificiali oltre che uno dei componenti alimentari soggetti al maggior numero di rigorosi test di sicurezza. Noto anche con la sigla E951, è da sempre oggetto di dibattito circa la sua potenziale pericolosità per la salute umana. Tuttavia, gli studi scientifici e le valutazioni effettuata da parte degli Enti preposti hanno stabilito che, in generale, è sicuro per il consumo umano nei livelli di esposizione attuali.
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L’aspartame è da sempre oggetto di dibattito circa la presunta pericolosità per la salute umana quando consumato come dolcificante artificiale. Ma quanto c’è di vero, e quanto, invece, è semplicemente allarmismo? In questo articolo esaminiamo di cosa si tratta e ne approfondiamo i presunti effetti negativi fornendo i risultati degli ultimi studi effettuati in merito.
Cos’è l’aspartame
L’aspartame, un edulcorante ampiamente utilizzato nell’alimentazione umana, è uno dei componenti alimentari soggetti al maggior numero di rigorosi test di sicurezza. Dolcificante artificiale diffuso in tutto il mondo, è noto anche con la sigla E951. È composto da due aminoacidi, l’acido aspartico e la fenilalanina, e metanolo. È comunemente sfruttato per addolcire bevande dietetiche, alimenti a basso contenuto calorico e chewing gum.
Diversi studi scientifici hanno confermato che è sicuro per la salute umana, a condizione che il suo consumo rimanga entro i livelli di concentrazione attualmente presenti negli alimenti. Tuttavia, è dal momento in cui la Food and Drug Administration ne ha confermato l’approvazione, ovvero dal 1981, che l’edulcorante è al centro di dubbi ed incertezze. E’ vero, quindi, che l’aspartame fa male?
A cosa fa male l’aspartame?
La stragrande maggioranza degli studi condotti non ha riscontrato significativi effetti nocivi nei consumatori. A mettere in confusione, però, sono le normative vigenti, apparentemente in contrasto. Se l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha recentemente classificato l’aspartame come “possibilmente cancerogeno per gli esseri umani”, il Joint Fao/Who Expert Committee on Food Additives (JECFA), ha confermato invece accettabile un’assunzione giornaliera fino a 40 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo.
Nel corso degli anni, il dibattito si è riacceso più volte. Una di queste nel 2005, quando uno studio promosso dalla California Environmental Protection Agency ha sollevato delle preoccupazioni suggerendo un possibile aumento di linfomi e leucemie nei topi femmina a seguito di dosaggi bassi di aspartame. Un secondo studio condotto questa volta dalla Fondazione Europea di oncologia e scienze ambientali ha evidenziato tali effetti e ipotizzato una connessione tra la formaldeide generata dal metabolismo dell’aspartame e i tumori cerebrali. Tuttavia, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha riconfermato la dose giornaliera accettabile sottolineando come le prove a sostegno di tale tesi fossero insufficienti a stabilire un legame.
Sono seguiti, negli anni, diversi studi condotti dall’EFSA che, nel dicembre 2013, ha emesso un comunicato stampa annunciando la conclusione di un’ampia attività di analisi di tutti gli studi effettuati fino ad allora con esito negativo. Il dibattito in merito si è fatto recentemente più insistente a seguito dell’annuncio dell’OMS che, nel luglio 2023, ha dichiarato di aver classificato l’aspartame, come “possibilmente cancerogeno per l’uomo“, senza però diramare modifiche nel livello di assunzione giornaliera considerato accettabile.
In sostanza, ad oggi le prove disponibili in merito sono limitate, pertanto l’aspartame è stato classificato come “possibilmente cancerogeno” e non come certamente “cancerogeno” per l’uomo. In particolare, sarebbe potenzialmente pericoloso per ciò che riguarda il carcinoma epatocellulare, un tumore che origina nelle cellule epatiche e che è uno dei carcinomi che interessano il fegato più comuni. Inoltre, non dovrebbe essere consumato da parte di chi soffre di fenilchetonuria, una rara malattia metabolica caratterizzata da un accumulo di fenilalanina. L’aspartame, infatti, ne è una fonte.
Aspartame, dose giornaliera
La dose giornaliera ammissibile di aspartame, ad oggi, è fissata in 40 mg/kg di peso corporeo. Ciò significa che, nel caso di un adulto del peso di circa 70 kg, equivarrebbe all’assunzione di circa 300 gomme da masticare o 140 compresse dolcificanti, quelli che siamo soliti versare nel caffè o nelle tisane, per intenderci. Per rispondere invece alla domanda “quanto aspartame si può bere al giorno?“, secondo la stessa premessa, equivarrebbe a 4-5 litri di bibita gassata. Ne consegue che sarebbe praticamente impossibile sia raggiungerla che superarla. Resta il fatto che il consumo di aspartame sia sconsigliato sia a chi è in gravidanza che ai bambini. In definitiva, l’aspartame è generalmente considerato sicuro per il consumo umano quando utilizzato nei limiti raccomandati.
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