Attenzione all’antiaderente, può aumentare il rischio di osteoartrite
I composti presenti nei rivestimenti antiaderenti e nei tessuti waterproof aumentano il rischio di osteoartrite nelle donne
Le molecole chimiche contenute nel rivestimento antiaderente di pentole e padelle sono associate a un aumento del rischio di sviluppare l’osteoartrite. A svelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives, che ha pubblicato uno studio dell’Università di Yale che ha focalizzato l’attenzione sui perfluorinati, composti utilizzati in centinaia di processi industriali e contenuti in diversi prodotti che utilizziamo tutti i giorni oltre alle pentole antiaderenti.
In effetti i perfluorinati hanno caratteristiche che li rendono la soluzione ideale per diverse applicazioni: sono stabili sia dal punto di vista termico, sia da quello chimico e, soprattutto, sono allo stesso tempo idro- e liporepellenti. Per questo motivo sono utilizzati per produrre sia le pentole con rivestimento idrorepellente, sia schiume ignifughe, superfici sporcorepellenti e tessuti waterproof o antimacchia. Tuttavia, secondo il nuovo studio questi composti sono tutt’altro che amici della quotidianità, soprattutto per le donne, nelle quali aumentano significativamente la probabilità di avere a che fare con l’osteoratrite.
Le due molecole su cui si sono concentrati gli studi dei ricercatori statunitensi sono l’acido perfluoroottanoico (PFOA) e il perfluorottano sulfonato (PFOS). Dall’analisi dei dati raccolti tra il 2003 e il 2008 dalla National Health and Nutrition Examination Survey è emerso che le donne più esposte al PFOA hanno una probabilità all’incirca doppia di sviluppare l’osteoartrite rispetto a quelle meno esposte. Nel caso degli uomini non è stata, invece, rilevata nessuna associazione tra i perfluorinati e il rischio di osteoartrite.
Fortunatamente l’uso di queste molecole si è ridotto. Dall’inizio del 2013, ad esempio, il noto marchio di abbigliamento svedese H&M ha messo definitivamente al bando i composti perfluorinati. Tuttavia, uomo e ambiente sono ancora esposti ad elevati livelli di questi tossici e, quindi, è indespensabile approfondire i meccanismi biologici dei loro effetti. Non solo, per ora i ricercatori non sanno spiegarsi il perché dell’effetto specifico sulle donne. Anche in questo caso solo nuove ricerche potranno dare una risposta.
Via | Science Daily
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