Autismo: si potrà prevedere entro l’anno di età?
L'autismo si riscontra nei bambini oltre i due anni d'età. Un nuovo studio segnala che si potrà farlo anche nei bambini di meno di un anno analizzando l'attività cerebrale.
Quando si hanno dei figli piccoli i pensieri sulle possibile patologie che potrebbero colpirli si rincorrono nella nostra testa soprattutto fino all’età dei tre anni entro i quali si evidenziano disturbi infantili che ci preoccupano di più. Penso alla dislessia, all’ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività), all’autismo.
I genitori sono molto attenti ai progressi dei piccoli e sono sempre con il radar acceso per capire eventuali problemi del piccolo con la speranza che se se si scopre qualcosa non sia nulla di grave. Per quanto riguarda l’autismo, un disordine del funzionamento cerebrale per il quale i piccoli hanno difficoltà ad entrare in comunicazione e si rinchiudono in se stessi, c’è un studio britannico recente che segnala delle novità. E’ stato scoperto che monitorare l’attività del cervello di bambini a rischio (con fratelli che soffrono della stessa sindrome) entro l’anno di età potrebbe contribuire a segnalare un possibile sviluppo dell’autismo.
I ricercatori britannici guidati da Mark Johnson che opera presso la Birkbeck University of London hanno monitorato 104 bambini tra i 6 e i 10 mesi fino ai 3 anni d’età ed hanno trovato che i bimbi che hanno sviluppato l’autismo hanno modelli insoliti di attività del cervello quando incrociano gli occhi di un’altra persona, quando entrano in comunicazione senza usare le parole.