Autolesionismo e disturbi alimentari diffusi tra i giovani
Ci sono molte persone in giro che non si vogliono affatto bene. Anzi, fanno di tutto per star male compreso procurarsi graffi, tagli e morsi. Praticano, cioè, autolesionismo. È una tendenza sempre più diffusa soprattutto tra i giovani. Secondo i dati presentati a Vicenza in questi giorni nel corso del primo Convegno “Autolesionismo, Disturbi Alimentari […]
Ci sono molte persone in giro che non si vogliono affatto bene. Anzi, fanno di tutto per star male compreso procurarsi graffi, tagli e morsi. Praticano, cioè, autolesionismo. È una tendenza sempre più diffusa soprattutto tra i giovani. Secondo i dati presentati a Vicenza in questi giorni nel corso del primo Convegno “Autolesionismo, Disturbi Alimentari e Disturbi di Personalità”, il 20 per cento degli universitari e il 22 per cento degli studenti di scuola superiore ha ammesso di aver avuto almeno un episodio autolesivo nella propria storia personale.
Prima di tutto graffi, scelti dal 50 per cento dei pazienti. Segue il provocarsi tagli (34 per cento), colpirsi fino a procurarsi lividi (24 per cento), bruciarsi (20 per cento), strategia che pare preferita dai maschi, e mordersi (14 per cento)
Un fenomeno preoccupante soprattutto quando si verifica in soggetti psicologicamente già deboli come quelli che soffrono di anoressia o bulimia. Le conseguenze di questi atti di violenza nei confronti di sé stessi possono arrivare a compromettere l’integrità fisica e talvolta possono sfociare in esiti fatali. L’indice di mortalità di questi pazienti, infatti, è stimata intorno al 9-10 per cento.
Ma qual è il profilo psicologico dei ragazzi che praticano autolesionismo? Per rispondere a questa domanda è stata condotta una piccola indagine su 27 soggetti (22 femmine e 5 maschi di età compresa tra 15 e i 30 anni) che hanno aderito a un questionario proposto on line. Il 66.67 per cento presenta notevoli difficoltà nella sfera emotiva; l’11,11 per cento lievi difficoltà e il 22,22 per cento sembra non presentarne. Il 70 per cento riporta esperienze traumatiche con tratti rilevanti di rabbia e irritabilità, l’88 per cento ha elevati livelli di depressione.
Particolarmente a rischio i soggetti che soffrono di disturbi alimentari. Secondo un’indagine condotta su un campione di 134 donne con disturbo alimentare, il 44.6 per cento dei soggetti esaminati ha sofferto di autolesionismo. Nell’anoressia di tipo bulimico il 51.8 per cento dei soggetti mette in atto comportamenti autolesivi, nella bulimia il 43.6 per cento e nell’anoressia restrittiva il 34.3 per cento. I comportamenti maggiormente presenti sono tagliarsi, bruciarsi, mordersi, darsi pugni, graffiarsi e sbattere la testa contro il muro.