Autolesionismo: un fenomeno sempre più frequente
L'autolesionismo è un fenomeno sempre più diffuso in tutto il mondo. Ecco cosa ne pensano gli esperti.
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Quello dell’autolesionismo è un problema sempre più diffuso nel mondo, un problema un tempo vissuto in “privato” che, grazie alla potenza dei social network, sta emergendo in tutta la sua preoccupante ampiezza. Secondo i membri della School of Arts and Sciences di New Brunswick, ad auto-ferirsi sarebbero circa il 40% degli adolescenti in America, e circa il 10% degli adulti. Generalmente i metodi più diffusi consistono del graffiare o tagliare la pelle, o nel bruciarla volutamente. Ma come fare ad affrontare questo problema?
La condizione – nota anche come “autolesionismo con tendenze non suicide” – non sarebbe attualmente riconosciuta ufficialmente dall’American Psychiatric Association (APA), e non è inclusa nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), ma secondo gli esperti andrebbe indubbiamente inclusa e curata come vero e proprio disturbo mentale.
Gli esperti sottolineano che coloro che praticano autolesionismo, cercano di soffocare il dolore emotivo mediante un diverso tipo di dolore, e lo fanno attraverso quella che – in quel determinato momento – ritengono sia l’unica soluzione possibile ed efficace. La maggior parte delle persone autolesioniste non vogliono uccidersi, ma diventano comunque più inclini a prendere in considerazione (o a tentare) il suicidio, come possibile via d’uscita.
Dal momento che i fenomeni di autolesionismo stanno diventando sempre più frequenti, gli esperti ritengono che una delle cause dovrebbe essere ricercata nel diffuso utilizzo di smartphone, social media e forum di discussione, dove i giovani autolesionisti parlano liberamente del loro problema. Di fronte a questo preoccupante fenomeno, gli esperti sottolineano l’importanza di dover trovare dei modi più efficaci per superare il disagio, o imparare ad affrontare la sofferenza emotiva in altre maniere, trovando dei modi costruttivi per deviare l’attenzione dal loro dolore interiore, o anche chiedendo a un insegnante o uno psicologo l’aiuto necessario per riuscire a superare le difficoltà in modo più sano.
via | MedicalXpress